Riforma delle pensioni: ora spunta il divieto di lavoro

Chi andrà in pensione con la "quota 100", non potrà arrotondare l'assegno facendo altri lavoretti. L'obiettivo? Liberare il mercato per far assumere i giovani

Riforma delle pensioni: ora spunta il divieto di lavoro

Si tratteggia sempre più in modo preciso la riforma del sistema previdenziale. L'obiettivo del governo gialloverde è riparare agli errori e ai pasticci fatti dall'allora ministro del Welfare Elsa Fornero. Tra le ipotesi al vaglio dell'esecutivo, secondo una anticipazione pubblicata oggi dal Messaggero, c'è anche quella di vietare il cumulo tra l'assegno pensionistico e i redditi da lavoro.

Si trorna indietro al 2009. Ai lavoratori, che decideranno di lasciare il lavoro avvalendosi della "quota 100", ossia 62 anni di età e almeno 38 di contributi, sarà vietata qualsiasi attività autonoma o a anche da dipendente. In poche parole non gli sarà possibile "arrotondare" la pensione con altri lavoretti. "Non è ancora stato deciso se il divieto di cumulo sarà 'assoluto' - spiega il Messaggero - oppure se ci sarà un meccanismo di penalizzazione come esisteva in passato". La ratio di questa linea portata degli economisti, che stanno lavorando al superamento della legge Fornero, è di sostituire i lavoratori più anziani con quelli più giovani. "La nostra riforma - aveva assicurato tempo fa Matteo Salvini - assicurerà il diritto alla pensione per almeno 400mila persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani".

uno degli obiettivi messo nero su bianco dal governo Conte nella nota di aggiornamento del Def è di aprire il mercato del lavoro "ai giovani per garantire al Paese quel ricambio intergenerazionale che potrà avere effetti positivi anche sull'attività dei comparti pubblici e privati". Secondo i calcoli del Messaggero, infatti, questa manovra dovrebbe, infatti portare all'assunzione di un nuovo lavoratore ogni due che vanno in pensione. "Quello che si vuole scongiurare, reintroducendo il divieto di cumulo - si legge ancora - è che le aziende mandino via i propri dipendenti per poi riassumerli a costi ridotti da pensionati". "Pur garantendo nel lungo periodo la stabilità finanziaria del sistema previdenziale", si legge nel Def, il regime attuale impedisce alle imprese, "nel breve e medio periodo", il fisiologico turnover delle risorse umane impiegate.

Secondo l'esecutivo, il maggior turnover avrà un duplice effetto sul sistema Italia: oltre a ridurre la disoccupazione giovanile servirà a contrastare la bassa natalità che, "se non risolta, comporterà problemi sulla sostenibilità futura dello stesso sistema pensionistico italiano".

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