Fca propone a Renault un matrimonio alla pari. E la Borsa premia la mossa: le azioni volano a 12,37 euro (+8%) dopo aver toccato quota 13,89; bene anche il titolo francese (+12,1%) e le azioni della Exor di casa Elkann-Agnelli (+6,1% a 59,98 euro). L'aggregazione verrebbe studiata come operazione di fusione sotto una capogruppo olandese, detenuta per il 50% da Fca e per il 50% da Renault, nel cui azionariato figura il governo di Parigi con il 15%, quota che si diluirebbe al 7,5%. Il maggiore azionista di Fca-Renault sarebbe comunque Exor, con circa il 13% del capitale.
E proprio la presenza dell'Eliseo come socio forte di Renault, ha indotto la Lega, reduce dal successo elettorale, a evocare l'ingresso dello Stato nel capitale del futuro gruppo per bilanciare la partecipazione di Parigi e tutelare l'interesse nazionale. «Sarebbe doveroso esserci - il commento del vicepremier Matteo Salvini - perché quello dell'auto è un comparto importante per l'economia italiana. Mi sembra un'operazione brillante, che spero possa essere portata a compimento». Gli fa eco Claudio Borghi, responsabile economico del Carroccio: «Staremo attenti che quello che è un patrimonio italiano venga valorizzato, altrimenti interverremo».
Da parte sua, il ministro dell'Economia transalpino, Bruno Le Maire, nel recente incontro con il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, aveva dato l'assenso del governo. «Ma è necessario - la precisazione di Parigi - che le condizioni in cui si realizzerà questa fusione siano favorevoli allo sviluppo economico di Renault e, naturalmente, ai suoi dipendenti». L'influente sindacato Cgt chiede, a questo punto, che l'Eliseo conservi «una minoranza di blocco che consenta di far prevalere gli interessi francesi». Lo stesso Cgt si dice poi preoccupato per i possibili impatti delle economie di scala sull'occupazione. In Italia è stato il presidente di Fca, John Elkann, a ribadire che l'accordo non avrà ripercussioni sul polo industriale, tra l'altro in via di ammodernamento.
Elkann, inoltre, secondo alcuni analisti, potrebbe diventare il presidente della nuova realtà automobilistica con al suo fianco, come ad, l'attuale numero uno di Renault, Senard. Ma c'è anche chi pone Elkann a monte dell'alleanza, nel ruolo di «controllore» in Exor, con Senard e Mike Manley, nelle vesti operative di presidente e ad. Intanto, per permettere la creazione di un gruppo paritetico, ai soci di Fca verrebbe versato un dividendo straordinario di 2,5 miliardi, mentre si reputa possibile uno spin-off della componentistica di Comau o una cedola aggiuntiva di 250 milioni. Per la famiglia Elkann-Agnelli significherebbe un super premio, calcolati anche i dividendi relativi all'esercizio 2018 e la cessione di Magneti Marelli, di circa 1,8 miliardi.
Elkann, intervenuto ieri alla Bocconi di Milano, ha sottolineato che «l'Italia e la Francia avranno grandi benefici se questa operazione andrà avanti». La risposta di Renault è attesa a breve, quindi sarà sottoscritto un memorandum, per poi procedere all'integrazione vera, in pratica seguendo lo stesso schema adottato per Chrysler. Ci vorrà almeno un anno.
E sempre Elkann ha ribadito di non pensare assolutamente a un disimpegno della famiglia dall'auto: «Gli anni che abbiamo davanti hanno tantissime sfide e noi le prendiamo perché siamo contenti ci siano tante opportunità, ed è per questo che abbiamo voluto agire con coraggio, come nel 2009 con Chrysler. Auspico gli stessi 10 anni con Renault».
L'ad Manley ha invece inviato una lettera ai dipendenti: «In Renault abbiamo trovato un partner affine che vede il futuro come noi.
Ci approcciamo a questa fusione da una posizione di forza avendo concluso il 2018 con la migliore posizione finanziaria dalla costituzione di Fca». Non manca il messaggio ai giapponesi: «Non vediamo l'ora di coinvolgere Nissan e Mitsubishi: i benefici si estenderanno anche ai partner dell'alleanza».
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