«Se l'Europa ambisce a un Rinascimento industriale, con ricadute positive in termini di crescita e occupazione, deve inventarsi un new deal energetico».
L'ad di Eni, Paolo Scaroni, ha aperto così l'Atlantic Council di Washington sottolineando che, in questa direzione, «la prima priorità è lo shale gas, che probabilmente in Europa c'è in quantità rilevanti, ma ha bisogno di un pieno consenso politico, che ne permetta lo sfruttamento». Secondo Scaroni, altri possibili interventi per assicurare energia a basso costo potrebbero essere «il miglior sfruttamento degli idrocarburi convenzionali, l'efficienza energetica, e - in un mondo ideale - anche il nucleare». Al di là delle diverse fonti di approvvigionamento, l'ad di Eni gioca la carta delle politiche internazionali.
«L'Europa potrebbe rafforzare i legami politici con i suoi tradizionali fornitori di gas; Algeria, Libia e soprattutto Russia. Gli interessi di lungo periodo dell'Europa - spiega - coincidono, infatti, con quelli dei suoi fornitori. Per sopravvivere, le nostre imprese hanno bisogno di poter contare su gas a prezzi competitivi. E la Russia - aggiunge - ha tutto l'interesse ad avere un'Europa industriale forte e in crescita, essendo il mercato di sbocco naturale dei suoi idrocarburi». Guardando al quadro energetico mondiale, Scaroni ha poi previsto «anni di grande crescita negli Stati Uniti con il Nord Africa che smentirà i pessimisti diventando una regione forte e florida». Con le sue parole, ieri, Scaroni ha generato in Italia un dibattito sul tema raccogliendo anche il consenso del presidente di Confindustria Energia, Pasquale De Vita.
A proposito degli sviluppi internazionali del gruppo, nei giorni scorsi Scaroni ha incontrato il presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades, per discutere di progetti futuri che rafforzeranno le attività di Eni in corso nel Paese.
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