Siena indaga, ma Mps ha già transato col fisco

Siena indaga, ma Mps ha già transato col fisco

Per il Monte dei Paschi le grane non finiscono mai. la Procura di Siena, infatti, ha notificato 11 avvisi di conclusione delle indagini agli ex vertici della banca tra i quali l'ex presidente Giuseppe Mussari, l'ex dg Antonio Vigni, Gianluca Baldassarri, direttore finanziario attualmente in carcere nonché Pier Luigi Fabrizi ed Emilio Tonini, presidente e direttore generale fino al 2006. L'inchiesta, avviata nel 2009, riguarda presunti reati fiscali riferiti agli esercizi dal 2005 al 2008 e le contestazioni riguarderebbero l'infedele dichiarazione, per operazioni con controparti residenti in Paesi terzi che avrebbero portato a imposte evase per circa 178 milioni.
Si tratterebbe di operazioni che rientrerebbero nel cosiddetto «abuso del diritto», ovvero sarebbero state realizzate in modo formalmente legale, ma con la finalità di abbattere il carico fiscale. Giusto a titolo di esempio, la Procura senese intende contestare reati simili a quelli che la magistratura ha ascritto a Unicredit per il caso «Brontos». In particolare, Mps e le sue controllate (le oggi incorporate Banca Toscana, Bam e Antonveneta, e la ceduta Biverbanca) avrebbero sottoscritto contratti di pronti contro termine con banche residenti in Paesi terzi (Regno Unito e Lussemburgo) per sfruttare «la disarmonia fiscale in materia d'imposta». Attraverso lo scambio di titoli con una controparte estera (le 16 operazioni sono state effettuate, tra le altre, con Deutsche, Lehman, SocGen, Dresdner, Rbs e Bank of Australia), si sarebbe abbassato il carico fiscale.
Occorre, comunque, ricordare che, a seguito di alcuni cambiamenti della giurisprudenza, l'abuso di diritto è stato dichiarato sanzionabile e, di conseguenza, i principali istituti di credito italiani hanno raggiunto accordi transattivi con l'Agenzia delle entrate per chiudere il contenzioso fiscale. In particolare, Monte dei Paschi, alla fine del 2011, ha pagato all'Erario 298 milioni di euro. La questione puramente tributaria, pertanto dovrebbe essere chiusa.
La Procura avrebbe inoltre contestato la «dichiarazione fraudolenta» ad alcuni indagati, tra cui Fabrizi, Tonini, Vigni e Baldassarri per un'operazione con Deutsche Bank risalente al 2005.

Secondo gli inquirenti, una cessione di azioni Bnl di proprietà di Mps sarebbe stata fatta figurare come un'operazione di prestito titoli, con un conseguente risparmio di imposta stimato in circa 39,8 milioni. Per questa tranche di indagine dovrebbe, però, scattare la prescrizione a dicembre.

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