La crisi economica non è ancora passata. Il sistema Italia è ancora in balia della finanza. E gli slogan di Matteo Renzi non servono a far invertire la rotta a un mercato impazzito. La settimana decisiva per il futuro del sistema bancario italiano si apre con il differenziale tra i Btp e i Bund tedeschi che balza ai massimi dallo scorso luglio. Lo spread è arrivato a toccare i 149 punti base aggiornando i massimi da fine agosto già toccati venerdì. Il rendimento del Btp a dieci anni sale così a 1,72% da 1,55% di venerdì. E, mentre il parlamento continua a discutere di unioni civili e adozioni gay, tutte le Borse europee segnano l'ennesimo lunedì nero con le banche in caduta libera su tutti i listini.
L'incertezza torna a farsi sentire in Europa e le vendite si abbattono sui listini che avevano tentato in apertura un timido rialzo. Per la prima volta dall'ottobre 2014 l'indice paneuropeo Stoxx Europe (-3,5%) è così arrivato a scendere sotto quota 320 punti. Un calo che equivale a 309 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta. In una giornata priva di dati macroeconomici rilevanti e con i mercati cinesi chiusi per il nuovo anno lunare, gli investitori hanno lo stesso atteggiamento negativo e nervoso che aveva caratterizzato la seduta di Wall Street di venerdì scorso. A mantenere la tensione elevata contribuiscono il rafforzamento dell'euro, che penalizza gli esportatori, e la volatilità del mercato delle materie prime, con il prezzo del petrolio che rimane in altalena. Non solo. Le banche appaiono particolarmente sotto pressione con la fuga degli investitori: spaventa l'introduzione del bail in in un contesto economico difficile che potrebbe aggravare ancora di più la situazione dei crediti deteriorati. L'indice settoriale è arrivato a perdere quasi il 6%.
Piazza Affari sprofonda sotto la soglia dei 17mila toccando i minimi dall'agosto del 2013. Al termine di una giornata con un passivo che è andato peggiorando con il passare delle ore, il Ftse Mib ha chiuso con un negativo del 4,7%. L'All Share ha, invece, subito un calo del 4,72%. Diversi titoli a elevata capitalizzazione hanno lasciato sul terreno molto valore: il peggiore è stato Saipem che ha perso il 25% a 0,38 euro nell'ambito dell'aumento di capitale, mentre Mps ha chiuso in calo dell'11% a 0,519 euro, vicino al minimo storico. Anche Bper ha accusato un ribasso dell'11,9%, seguita da Ubi e Poste italiane che hanno ceduto entrambe il 10,4%, con Carige il calo del 10,1% mentre Intesa si è mossa con l'indice generale (-4%). Molto male anche Fca, in ribasso finale del 9,8%.
Tra gli indici europei, Londra lascia sul terreno il 2,7%, mentre Francoforte ha perso il 3,3%. In forte calo anche Madrid (-4,44%), Amsterdam (-3,2%) e Parigi (-3,2%). I continui ribassi sulle principali Borse del Vecchio Continente stanno dirottando gli investitori verso i Bund con il tasso del decennale tedesco in discesa di 5 punti base, allo 0,23%, ai minimi da aprile. Il divario tra Bonos e Bund è a 156 punti base ma a soffrire di più sono i titoli del Portogallo con il tasso balzato a 315 punti base, ai massimi da marzo 2014.
Le vendite sui titoli di Stato fanno temere che i mercati comincino a prezzare un generale rallentamento dell'economia globale. "La febbre sta salendo - attacca il presidente dei deputati azzurri, Renato Brunetta - cosa fa il governo? Per Renzi la priorità resta sempre il ddl Cirinnà?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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