Non dovevamo mettere da parte gli sprechi di denaro pubblico con la famosa spending review? Politici e giornali si sono nutriti di queste due paroline magiche per mesi. Sembrava che dai tagli dovessero spuntare fuori risorse a non finire, e accanto allo sdegno per gli sprechi più clamorosi cresceva la speranza di un Paese diverso. Speranza, appunto. Alcuni risultati ci sono stati, però se diamo un'occhiata all'ultima Gazzetta Ufficiale notiamo qualcosa di clamoroso. Duemila rotoli di panno-carta sono stati acquistati dal MInistero della Difesa per 34mila euro, iva esclusa. Se prendiamo la calcolatrice e facciamo la divisione viene fuori una spesa di 17 euro a rotolone. Possibile mai? La notizia, riportata dal Messaggero, ha dell'incredibile. Può essere, come osserva il quotidiano romano, che si tratti di carta speciale, utilizzata per la manutenzione delle armi (il bando era stato fatto per il Polo delle armi leggere di Terni), e la Difesa per questo tipo di acquisto aveva stanziato 40.983 euro, ottenendo poi uno sconto di oltre seimila euro dall'unica ditta che ha partecipato alla gara. La cosa strana ancor più strana sembra proprio questa, che solo una ditta abbia manifestato l'interesse a fornire questa speciale carta alla Difesa.
Se è vero che al supermercato un rotolone costa meno di 2 euro, un panno-carta di tipo professionale si trova sui 10-11 euro (iva esclusa). La differenza, quindi, si assottiglia, anche se siamo sempre sull'ordine di 6-7 euro a pezzo. Da qui si capisce l'importanza della centrale di acquisti Consip, che ha il compito di contrattare i prezzi per i beni e i servizi di tutte le pubbliche amministrazioni. Solo nel 2014 ha bandito gare per 19 miliardi su 75 categorie di prodotti, "presidiando" acquisti per circa 40 miliardi di euro. Il settore più controllato è quello della Sanità: su un totale di 18 miliardi circa 12 passano sotto la lente della Consip. I risparmi ottenuti solo nel 2014 sono pari a circa 8 miliardi. Secondo Domenico Casalino, ad Consip, di casi simili al rotolone d'oro (quello pagato 17 euro a pezzo) in Italia ce ne possono essere centomila, "perché centomila sono gli impiegati pubblici che, senza preparazione professionale nella maggioranza dei casi, possono effettuare acquisti per conto dei 32 mila centri di spesa delle amministrazioni pubbliche italiane". Le publiche aministrazioni che si affidano ai prezzi concordati da Consip risparmiano circa il 20%. Un bel gruzzoletto. E a conti fatti se il metodo COnsip potesse essere applicato a tutta la spesa pubblica il risparmio potrebbe essere calcolato intorno ai 25-30 miliardi all'anno. Come ha riconosciuto il governo, in Italia i centri di spesa sono ancora troppi. E gli sprechi restano elevatissimi.
L'ultima sfida è l'imminente gara per la gestione dei più grandi musei iitaliani. Il nostro patrimonio artistico oggi frutta 380 milioni di incassi a fronte di costi per circa 350 milioni.
Possibile non riuscire a incassare di più e sprecare di meno? Vedremo come andrà la gara internazionale. Di certo il nostro Paese è straricca di opere d'arte e i risultati potrebbero essere davvero molto interessanti. Occorre, però, un cambio di passo. E qualcuno che faccia tornare i conti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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