Sulla Milano-Torino scoppia la guerra per il Salone dell'Auto

«Sarà il Salone dell'auto più bello del mondo», parola di Alfredo Cazzola, presidente di Promotor che, insieme a Enrico Pazzali, ad di Fiera Milano, ha svelato ieri solo alcuni dei segreti della rassegna internazionale delle quattro ruote (si chiamerà ambiziosamente Milano Auto Show) in programma nei padiglioni del polo fieristico di Rho dall'11 al 21 dicembre del 2014, con le prime due giornate dedicate ai media. «Sarà un concept tutto nuovo - ha spiegato l'organizzatore - e l'ispirazione mi è venuta pensando al film “Miracolo a Milano”».
L'impresa, che punta rimettere al centro del sistema Paese il settore automobilistico e a dare un impulso forte all'economia del territorio, ha però davanti a sé un problema: la pesantissima crisi che l'auto sta attraversando in Italia e che ha visto dimezzare, dal 2007 a oggi, i fatturati dei costruttori. Tranchant, in proposito, la nota diramata in serata da Fiat: «Non crediamo esistano le condizioni per far nascere un nuovo Salone - si legge -. Le difficoltà dei mercati hanno portato in questi ultimi anni alla chiusura di importanti sedi espositive in grandi città europee. Pensiamo che il Salone di Francoforte, che si alterna annualmente a quello di Parigi, e soprattutto il motorshow di Ginevra, siano più che sufficienti per l'esigenza dei produttori, dei media e del pubblico». Un intervento, quello del Lingotto, che Cazzola ritiene «pilotato» dal sindaco di Torino, Piero Fassino, indispettito dal fatto che Milano sia stata preferita alla città della Mole per ridare vita a un Salone italiano dell'auto: «Giovedì sera - afferma Cazzola al Giornale - Fassino mi ha chiamato, implorandomi di non procedere oltre con Milano e di prendere in considerazione Torino. Gli ho fatto presente che, anche se volessi, il Lingotto Fiere è di proprietà di Gl events, gruppo francese a cui nel 2007 ho ceduto l'organizzazione del Motor Show di Bologna. Inoltre, la struttura del Lingotto non ha la stessa capacità di quella milanese. Fassino ha insistito molto e ha detto che ne avrebbe parlato con Fiat. E ieri, guarda caso, è arrivato il comunicato. Giudico quella del sindaco di Torino un'interferenza di una gravità oltre ogni limite».
Cazzola, comunque, non demorde, «anzi - continua - questo comunicato del Lingotto mi rende ancora più ottimista». «Sono infatti convinto - aggiunge - che appena in Fiat vedranno il progetto, avranno mododi ricredersi. Pur comprendendo la situazione attuale del mercato, l'Auto Show di Milano rappresenta il futuro, e nulla avrà a che vedere con il passato e il presente. Io vado avanti».
Entro il mese, intanto, è prevista la firma tra Promotor e Fiera Milano del contratto di preaccordo che prevede, per l'Auto Show, una durata pluriennale con un investimento di parecchi milioni.


La sfida, per Cazzola, è tutta in questi numeri: un mercato che in pochi anni è precipitato a 1,293 milioni di unità (ultima stima Unrae per il 2013: in pratica, sono andate perse 1,1 milioni di automobili dal 2007), con i ricavi delle società automobilistiche scesi di 1,9 miliardi in un anno, un migliaio di concessionari che hanno alzato bandiera bianca dal 2008 (solo 350 nel 2012) e 10mila addetti (2 volte l'Ilva di Taranto) che l'anno scorso sono rimasti senza lavoro.

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