Intesa trovata. Da oggi l'italiana Telecom parla spagnolo. Generali, Intesa e Mediobanca hanno concluso con Telefonica un "accordo modificativo" del patto parasociale relativo a Telco che controlla il 22,4% di Telecom. In una prima fase il colosso iberico sottoscriverà un aumento di capitale per complessivi 324 milioni di euro a 1,09 euro per azione. "L'accordo è in linea con gli obiettivi di rafforzamento patrimoniale - ha spiegato l'ad di Generali Mario Greco - ci permette di guardare con ottimismo alla distribuzione di un dividendo soddisfacente a fine anno".
Telefonica manterrà i diritti di voto in Telco spa all’attuale 46,1% anche dopo i due aumenti di capitale che porteranno la quota al 70% della holding. "Telecom Italia non diventa spagnola - si è affrettato ad assicurare il presidente di Telecom Franco Bernabè - l’operazione riguarda Telco". Secondo la road map tracciata dalla stessa compagnia spagnola, l'operazione sarà articolata in due fasi ben distinte. Nella prima l’aumento di capitale da 324 milioni prevede l’emissione di azioni di classe C prive del diritto di voto, convertibili in azioni con diritto di voto a determinate condizioni. Questa operazione fornirà a Telco le risorse per rimborsare una prima parte dell’indebitamento finanziario a scadenza il prossimo novembre, mentre i residui 700 milioni saranno interamente finanziati da Mediobanca e Intesa in parti uguali. A seguito dell’aumento, Telefonica arriverà a controllare il 66% di Telco, di cui il
46,2% con diritto di voto, Generali il 19,32%, con diritto di voto per il 30,6%, e Intesa e Mediobanca il 7,34%, entrambe, con diritto di voto pari all’11,6%. Contestualmente all’aumento, Telefonica acquisterà una parte del prestito Telco fino a lievitare al 70% del totale ricevendo in cambio azioni del valore di 10,86 euro ciascuna. Solo allora, dopo aver incassato le autorizzazioni previste dall’Antitrust in Brasile e Argentina, Telefonica sottoscriverà un nuovo aumento di capitale per 117 milioni di euro, sempre senza diritto di voto, convertibile poi in azioni ordinarie con diritto di voto, fino a raggiungere il 70% di Telco.
Telefonica potrà arrivare ad acquistare il 100% di Telco soltanto a partire dal primo gennaio del 2014. Il nuovo accordo tra Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo e Telefonica prevede la possibilità di una scissione Telco a partire da giugno 2014. "I soci Telco - si legge in una nota - mantengono la possibilità di vedersi attribuire le azioni di Telecom Italia, uscendo cos dal patto parasociale, attraverso la scissione di Telco, che potrà essere richiesta durante una prima finestra tra il 15 ed il 30 giugno 2014 ed una seconda finestra tra il 1ø ed 15 febbraio 2015". L'opzione di acquisto delle azioni residue è previsto al prezzo maggiore di una forbice prevista tra 1,1 euro e il prezzo di mercato previsto al momento dell’esercizio dell’opzione. In caso di esercizio dell’opzione di acquisto, Telefonica sarà obbligata ad acquistare a valore nominale anche tutte le quote residue del prestito obbligazionario in mano ai soci italiani, a fronte del pagamento del 50% in contanti e del 50%, a discrezione del socio spagnolo, tra azioni Telefonica e contanti.
Sulla vicenda Telecom, passata in mani spagnole, "guardiamo, valutiamo", ma "stiamo nel mercato europeo e Telecom è una società privata". Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta a margine dei lavori per la 68esima Assemblea Generale dell’Onu. "Vigileremo perché ci sia un massimo di attenzione ai profili occupazionali e agli aspetti strategici per l’Italia.
Tuttavia vorrei ricordare a tutti quelli che stanno parlando in queste ore che Telecom è stata privatizzata, e che di tutte le privatizzazioni italiane non credo sia stata uno dei più grandi successi. Quindi anche se arrivassero dei capitali europei credo potrebbe aiutare Telecom a essere migliore rispetto agli ultimi 5 anni", ha aggiunto il premier.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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