Dopo una notte di trattative, di annunci e soprattutto di grande tensione tra Bruxelles, Francoforte e Atene, il premier greco Alexis Tsipras sarebbe pronto ad accettare le condizioni dei creditori. Dopo aver saltato il pagamento della rata dell'Fmi, scaduta ieri a mezzanotte, adesso Tsipras, secondo quanto racconta il Financial Times sarebbe pronto a dire "sì" al piano della Troika. Tsipras infatti avrebbe segnalato la sua disponibilità a cedere su tutte le condizioni chieste dai creditori internazionali per continuare a concedere sostegno alla Grecia. È quanto scrive il ’Financial Times’ online, facendo riferimento a una lettera di Tsipras giunta a Bruxelles questa notte, nella quale il premier ellenico accetta il piano dello scorso fine settimana con una serie di correzioni minori.
"La Repubblica ellenica è pronta ad accettare questo accordo tecnico con i seguenti emendamenti, addizioni e chiarimenti, nell’ambito di un’estensione del programma Efsf e del nuovo prestito Esm per il quale è stata avanzata richiesta oggi, 30 giugno", si legge nella missiva di Tsipras di due pagine risalente alla scorsa notte. La proposta del governo consiste di fatto in una richiesta di un nuovo fondo per il salvataggio tramite il fondo europeo Esm, da 29,1 miliardi di euro. Atene secondo la lettera riportata dal Ft - accetta l’intero impianto di riforma dell’Iva fatto salvo uno sconto del 30% per le isole greche. Il premier si dice pronto anche alla riforma delle pensioni come chiesta dai creditori, salvo far slittare a ottobre, anzichè subito, la data di partenza dell’innalzamento progressivo dell’età pensionabile (prevista a 67 anni entro il 2022). Adesso l'Eurogruppo dovrà esaminare la proposta e decidere se accettarla. Intanto il governo ellenico fa sapere che "il referendum andrà avanti e il negoziato coi creditori proseguirà dopo il voto". Il premier Tsipras, dopo aver inviato la sua proposta all'Ue ha deciso di parlare ala nazione con un messaggio in tv: "Vogliamo un accordo con i partner europei, ma che sia sostenibile. Il no al referendum è un passo decisivo per l’accordo che prepariamo per dopo referendum. Noi vogliamo difendere le vostre pensioni, vogliamo che restino pensioni, non elemosine. Il referendum convocato dal governo greco sulle condizioni poste dai creditori internazionali per riprendere i finanziamenti non riguarda il restare o meno nell’euro. Questa situazione non durerà per molto". E ancora: "Mi assumo la responsabilità di una soluzione immediata, ma contemporaneamente vi chiedo di aiutarmi dicendo no ai memorandum europei e aprire una nuova pagina della democrazia. I creditori stanno ricattando i greci per spingere a un voto positivo nel referendum di domenica prossima. Ci dicono, o accettate le proposte dei creditori o avrete difficoltà".
E sulle trattive infine è intervenuto anche il presidente della Commissione Juncker: "La differenza tra le due proposte era solo di sessanta milioni.
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