Vivendi al 28,8%, Mediaset in Consob

Il gruppo francese sale alla soglia d'Opa. Calenda: «Il mercato non è un dogma»

Vivendi al 28,8%, Mediaset in Consob

Vivendi arriva alla soglia dell'Opa su Mediaset con il 28,8% del capitale, pari al 29,94% dei diritti di voto una volta considerate le azioni proprie. Ieri però in Borsa il titolo è sceso del 12,4%, riportandosi a ridosso dei 4 euro. Segno che il rastrellamento è stato sospeso, perlomeno per ora, da parte di Vivendi. Troppe le incognite, comprese le possibili sanzioni che potrebbero partire da Consob e da Agcom, visti i paletti di legge sul possesso incrociato di quote cospicue in aziende dei media e delle tlc: Vivendi è già il primo socio di Telecom Italia con il 24,6%.

Liaisons dangereuses che potrebbero portare a un congelamento dei diritti di voto di Vivendi. Le Authority sono scese in campo dunque. E se Agcom ha aperto l'altro ieri una inchiesta su quanto accaduto, Consob è già passata alle audizioni dei manager. Ieri è stato il turno di Marco Giordani, direttore finanziario di Mediaset, mentre oggi sarà la volta negli uffici della Commissione di Arnaud de Puyfontaine ad di Vivendi.

«Abbiamo ricostruito la vicenda dall'inizio, che comunque era già abbastanza chiara, i fatti sono quelli che conoscete tutti, ora c'è qualcuno che dovrà giudicare» - ha detto Giordani, uscendo dalla sede milanese della Consob, dove è stato ascoltato per circa un'ora dai funzionari della Commissione sulla scalata di Vivendi. Giordani ha spiegato di non aver portato ulteriore documentazione e che per il momento non sono previsti altri incontri. «Se hanno bisogno ci chiamano», ha detto a chi gli chiedeva se tornerà in Consob. Alla domanda se fosse arrivata dai francesi una eventuale richiesta di convocare un'assemblea straordinaria (per Vivendi potrebbe essere il primo passo per ottenere rappresentanti nel consiglio del Biscione), Giordani ha risposto: «A quanto ne so, no».

Sulla vicenda è tornato anche il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: «Dobbiamo rispettare il mercato, ma il mercato non è un dogma. Giudichiamo l'operazione in modo negativo ma questo non vuol dire che si faccia un provvedimento ad hoc anche se, a nostro giudizio, questa operazione ha connotati ancora troppo opachi per riuscire ad esprimere un giudizio completo».

In effetti è ancora difficile capire quale sia il vero scopo di Bollorè, che per comperare il 28,8% di Mediaset ha già speso 1,6 miliardi di euro. L'intento dichiarato, comunque, sarebbe quello di creare un grande gruppo europeo per la produzione di contenuti multimediali da diffondere via web tramite banda ultralarga fissa e mobile.

Mediaset, però, ha sempre detto di non aver mai ricevuto proposte in questo senso, dopo che i francesi hanno disatteso l'accordo vincolante che prevedeva l'acquisto della pay tv Premium. Con la quota in portafoglio, Vivendi può chiedere posti nel cda Mediaset che però scade nel 2018. Certo potrebbe voler entrare prima in consiglio ma ha bisogno di portare dalla sua parte altri azionisti, dato che il primo socio, Fininvest, ha il 39,77% della società televisiva.

Gli avvocati che stanno portando avanti la battaglia legale a difesa di Mediaset avrebbero poi preparato un esposto in sede europea, perché «ci

sarebbero delle regole Ue non rispettate» da parte dei francesi. Oggi inoltre dovrebbe esserci, sempre secondo indiscrezioni, anche un cda di Fininvest per informare i consiglieri e valutare le prossime mosse da compiere.

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