Alla fine l'intesa non è arrivata. Così, la prossima settimana il 27 febbraio si svolgerà la prima udienza della causa tra Vivendi e Mediaset. Del resto anche Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi e presidente di Telecom, aveva detto che c'era stata un'interruzione nella trattativa per trovare un accordo extragiudiziale con Mediaset.
La vicenda è nota: Vivendi voleva comperare la pay tv del Biscione, Premium, ma, a contratto firmato, si è tirata indietro. Così Mediaset e la sua controllante Fininvest hanno chiesto danni per 3 miliardi di euro. Vivendi voleva coinvolgere a Tim nell'accordo extragiudiziale con Mediaset: l'idea era far comprare a Tim contenuti Mediaset per 460 milioni in sei anni. Per questo voleva costituire una nuova società, controllata da Tim al 60% ma con il 40% in mano a Vivendi. Ma i sindaci e i consiglieri indipendenti di Tim hanno detto «no», obbligando l'ex-monopolista a seguire la procedura per le parti correlate a «maggiore rilevanza».
Tutto da rifare dunque. E, dato che Vivendi non vuole pagare a Mediaset l'indennizzo per il mancato acquisto di Premium, la causa entra nel vivo. Lunedì prossimo il gruppo presieduto da Fedele Confalonieri e guidato dall'ad Pier Silvio Berlusconi ha fatto sapere che parteciperà al tentativo di mediazione davanti alla camera arbitrale di Milano.
Ma le possibilità di intesa sono pochissime e quindi il giorno successivo è prevista la prima udienza. Intanto Agcom è in pressing sulla società francese per far congelare il 20% della quota in Mediaset, perché viola la legge italiana sulle partecipazioni incrociate tra media e tlc.
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