Il 9 Novembre 1989 crollava il Muro di Berlino

Data storica il 9 novembre 1989, con la caduta del Muro di Berlino e la fine della Cortina di ferro. Il 9 novembre 1993, invece, veniva fatto saltare in aria l'antico ponte di Mostar, nell'ex Jugoslavia

Il 9 Novembre 1989 crollava il Muro di Berlino

"Nessuno ha intenzione di costruire un muro", disse Walter Ulbricht, capo di Stato della Ddr, il 15 giugno 1961. Ma era bugiardo. Inizialmente la divisione di Berlino, tra Est e Ovest, fu creata con il filo spinato. A partire dal 15 agosto furono posati i primi blocchi di cemento e pietra e, di lì a poco, fu eretto il muro della vergogna, il simbolo della Cortina di ferro che divideva l'Occidente dal mondo filo sovietico. La Germania orientale ottenne lo scopo prefissato: l'emorragia fu bloccata. Dai 2,5 milioni di tedeschi fuggiti dal Paese alla ricerca della libertà tra il 1949 e il 1962, si passò ai circa cinquemila tra il 1962 e il 1989. Ma il Muro di Berlino divenne un simbolo vivente dell'oppressione, della tirannia e malvagità di un regime che negava ai propri cittadini non solo la libertà ma anche la possibilità di fuggire, nella speranza di una vita migliore (guarda il sito sul Muro di Berlino). Il 9 novembre 1989 il Muro cadeva (guarda il video con i tg dell'epoca).

Era un giovedì. Il governo tedesco orientale decretò l'apertura delle frontiere con la Repubblica federale. Da allora il mondo non sarebbe più stato lo stesso. Con il crollo delle ideologie e la forte accelerazione verso la globalizzazione. Con il sogno, poi tradottosi in realtà, della riunificazione della Germania, avvenuta formalmente il 3 ottobre 1990 (ma che senza quel muro crollato non ci sarebbe mai stata), prese sempre più corpo anche un altro sogno, quello dell'Europa unita. Senza più barriere e steccati ideologici. Un'Europa dei popoli. Il 9 Novembre 1989 fu la vera unificazione europea, non quella delle istituzioni iper burocratiche venutesi a creare con l'Ue. Poi il sogno, purtroppo, si è smarrito ed hanno prevalso nuovi steccati, quelli tecnocratici che poco o nulla hanno a che vedere con il sogno europeo di Robert Schuman, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli.

Il 9 novembre 1989, dunque, è una data storica. Segna la speranza verso il cambiamento, il superamento di un'ingiustizia, la fine di una divisione forzata tra due popoli che, in realtà, erano un solo popolo. Il 9 novembre di qualche anno dopo, il 1993, crollava un altro simbolo, il ponte di Mostar, che di fatto aveva tenuto assieme la Jugoslavia di Tito. Risalente al XVI secolo, lo Stari Most era il ponte a singolo arco più grande del suo tempo, uno dei capolavori architettonici dell'umanità. Divideva la parte cristiana a quella musulmana della città. Fu abbattuto per ordine del Consiglio di difesa croato durante la guerra civile bosniaca. In precedenza era stato preso di mira anche dai serbi. Lo vedevano come un simbolo della cultura bosniaca, da distruggere in quanto tale.

Poi, a guerra finita, è stato ricostruito. Non bello com'era un tempo, anzi per qualcuno è un obbrobrio. Ma il simbolo (ed è quello che più conta) è tornato al suo posto, nel cuore dell'Europa.

Guarda il video: il ponte di Mostar prima e dopo

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