Frau Merkel ha individuato chi dovrà pagare i conti pubblici tedeschi: gli stranieri. No, non i clandestini. Neppure i turisti extracomunitari. Quelli da tassare sono i vicini di casa, quelli che un tempo erano i cittadini di un unico grande sogno senza frontiere. Ecco, le frontiere sono tornate. Tutto questo con il probabile consenso dell'Europa. L'idea è semplice: far pagare le autostrade a tutti quelli che non sono tedeschi.
In Germania le Autobahnen sono tradizionalmente gratuite, è il lusso un po' mitico che ha provato chiunque abbia viaggiato almeno una volta in auto entro i confini tedeschi. Ora nella Grosse Koalition si fa strada l'idea di farle pagare, ma non ai tedeschi o magari far pesare sui propri cittadini una quota minima, per scaricare il resto sugli stranieri. E addio ai disinvolti viaggi al volante in terra bavarese: le migliaia di italiani che ogni anno raggiungono l'Oktoberfest di Monaco di Baviera, rischiano l'anno prossimo di dover pagare il pedaggio. Fino a ieri c'era però un problema con le norme europee, non si potrebbero fare discriminazioni tra cittadini della Ue. Ma ecco il colpo di scena: l'Europa è orientata a dare il via libera. Il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung rivela che il commissario europeo ai Trasporti Siim Kallas considera compatibile con le normative europee la proposta tedesca, specie se ci fosse almeno una forma di pagamento ridotta per i germanici, magari un contributo incluso nel bollo auto. Che poi i tedeschi potranno scaricare dalle tasse. Un bel trucco per evitare noiose contestazioni da Bruxelles. Non è tanto la questione economica che qui conta, ma il significato simbolico di una scelta del genere. Ognuno pensa al giardino di casa sua, curando con premura le proprie piante rigogliose. Questo vale per gli immigrati e per la cittadinanza.
Il parere favorevole del commissario europeo Bruxelles oltretutto, aiuta la Merkel a sciogliere un nodo politico per formare il governo.L'Europa così infatti darebbe luce verde alla Csu, che di questo provvedimento ha fatto un pilastro della sua campagna elettorale. E gli altri due partiti della coalizione, Cdu e Spd, sembrano avere già abbassato la cresta, accodandosi. La cronostoria che ha portato al diktat finale, già molto discusso, è stata ben raccontata sul sito Lettera43 da Pierluigi Mennitti. Tutto parte dalla corsa al voto in Germania che ha portato alla formazione della Grosse Koalition lo scorso settembre. Tutti i partiti avevano promesso nuovi finanziamenti per l'ammodernamento delle infrastrutture, bisognose di manutenzione dopo anni di trascuratezza. Il costo complessivo del progetto fu stimato in 11 miliardi di euro. Ma dove trovare i fondi? Presto è emersa la volontà di fare cassa coi pedaggi, facendo affluire nel forziere 800 milioni di euro. Ciò che è venuto fuori è questo: un pacchetto ben confezionato in carta colorata regalato alla Germania. E oltre al dono, anche una mazzetta di contanti. L'Ue, che fino al 2009 si chiamava «Comunità», è sempre meno comunitaria e sempre più una repubblica, federale, tedesca. D'altronde, già ora l'Ue non gode di particolari apprezzamenti in molti dei Paesi del Vecchio Continente. L'indice di gradimento non è certo ai massimi livelli storici, anzi.
E questa nuova mossa targata Bruxelles, ennesimo schiaffo a tutti gli altri cittadini europei non «germanici», rappresenta un altro piccolo mattone della muraglia in difesa degli interessi della cancelliera. Pare evidente che l'organizzazione punti a custodire sempre di più solo il Santo Graal della Germania. Ora, come ci si può aspettare che si occupi (e preoccupi) del problema di Lampedusa?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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