Datagate, Snowden chiede asilo politico al Brasile

Con una lettera aperta rivolta al popolo brasiliano la "talpa dell'Nsa" ha chiesto al Brasile di concedergli asilo polico

Datagate, Snowden chiede asilo politico al Brasile

Edward Snowden si è già stancato della Russia (o forse Mosca si è stancata di lui), ora vuole andare in Brasile. La richiesta di asilo politico della "talpa dell'Nsa", dalle cui rivelazioni è scoppiato lo scandalo del Datagate (negli Usa Nsagate), è contenuta in una "lettera aperta al popolo brasiliano" pubblicata dal quotidiano Folha de S.Paulo (leggi la lettera). Snowden promette di collaborare con le indagini in corso nel Paese sudamericano sulle attività di spionaggio portate avanti dalla sua ex agenzia. Fra queste, ci sono anche le intercettazioni alle comunicazioni della presidente, Dilma Rousseff, e della compagnia petrolifera nazionale Petrobras.

"Sei mesi fa - scrive Snowden ai brasiliani - sono uscito fuori dall'ombra della National Security Agency del governo degli Stati Uniti per stare davanti alla macchina fotografica di un giornalista. Ho condiviso con il mondo le prove che alcuni governi stanno costruendo un sistema di sorveglianza mondiale per monitorare segretamente come viviamo, con chi parliamo, e quello che diciamo. Sono andato davanti a quella telecamera con gli occhi aperti, sapendo che la decisione mi sarebbe costata la famiglia e la mia casa, e che avrei rischiato la vita. Ero motivato dalla convinzione che i cittadini del mondo meritano di comprendere in quale sistema vivano...".

La "reazione di certi Paesi" alle rivelazioni, sottolinea poi citando proprio l’indignazione brasiliana, è stata per lui "ispiratrice". La "talpa" prosegue sottolineando come "oggi, quando qualcuno carica un telefono cellulare a San Paolo, la Nsa sia in grado
d’individuare dove si trova e che cosa sta facendo", e come altrettanto avvenga "cinque miliardi di volte al giorno con persone del mondo intero". Finché uno Stato terzo non gli avrà concesso l’asilo politico permanente, anzichè quello meramente temporaneo ottenuto il 1° agosto in Russia, "il governo degli Stati Uniti continuerà a interferire" nelle capacità dello stesso Snowden di "parlare e denunciare".

Ma perché Snowden ha scelto proprio il Brasile? Di sicuro perché è uno dei paesi più arrabbiato con gli Usa per lo spionaggio subito. A Rio de Janeiro, tra l'altro, risiede Glenn Greenwald, il principale contatto della talpa con i media, giornalista già in servizio al "Guardian", il quotidiano britannico che il 5 giugno pubblicò per la prima volta una parte delle informazioni ottenute da Snowden, realizzando un clamoroso scoop le cui conseguenze si sono poi propagate in tutto il mondo. "Se il governo brasiliano ne gradisce le rivelazioni", ha fatto sapere Greenwald, "sarebbe assoluatemte logico che lo proteggesse". Giova ricordare, a tal proposito, che lo spionaggio da parte degli Stati Uniti indusse la Rousseff ad annullare, lo scorso ottobre, una visita ufficiale a Washington. Per il prossimo marzo è stata indetta, a San Paolo, una grande conferenza internazionale sulla tutela della riservatezza nell’era di Internet. Numerose, inoltre, sono le iniziative brasiliane nel settore in ambito Nazioni Unite.

Intanto il caso continua a far discutere negli Stati Uniti. Ieri un giudice federale Usa ha stabilito che lo spionaggio di massa effettuato dalla Nsa sulle telefonate degli americani viola il quarto emendamento della Costituzione.

La Casa Bianca, da parte sua, ribadisce che Snowden deve fare ritorno negli Usa per essere processato per la fuga di notizie sulle attività dell’agenzia di intelligence: "Dovrebbe essere consegnato il prima possibile agli Stati Uniti, dove verrà processato con tutte le garanzie del nostro sistema", ha detto il portavoce Jay Carney.

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