Più che di una nascita si tratta di una vera e propria liberazione. L'erede di William e Kate è un maschietto di quasi 3.8 chili ed è venuto alla luce alle 5 e 24 di ieri pomeriggio. Centotre salve di cannone, per salutare l'arrivo, 41 colpi sparati da Green Park e 62 dalla Torre di Londra e un boato della folla. La prima a essere avvisata da una telefonata di William è stata Sua Maestà: «Sono felicissima» ha detto. Poi ha chiamato Carlo. Il segretario personale della coppia reale Jamie Lowther-Pinkerton ha informato il Primo Ministro David Cameron e un numero ristretto di personaggi autorevoli tra cui l'Arcivescovo di Canterbury. Clarence House si è subito premurata di far sapere che «mamma e figlio stanno bene».
E tutti hanno finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo. Perché oramai la spasmodica attesa del royal baby si era trasformata in un'estenuante maratona che aveva spossato giornalisti ed esperti, ancor prima della gente comune. I più tranquilli in questi ultimi frenetici giorni sono stati senza dubbio i parenti, perlomeno quelli di sangue blu, più avvezzi al can can mediatico. I Middleton dal canto loro sono stati abbastanza abili nel trasformare questa nascita in un business pilota per tutti gli altri bebè che seguiranno, da non potersi definire dei futuri nonni in ansiosa apprensione, circondata da ogni cura nell'ala dello stesso ospedale dove partorì Diana. Ma sicuramente l'unica a non essersi lasciata contagiare dalla febbre dell'infante reale è stata la Regina che aveva già chiesto di venir avvertita la mattina dopo il lieto evento nel caso questo si fosse verificato durante la notte.
Per tutto il mese ha proseguito con la sua vita di sempre, brevi vacanze comprese e negli ultimi giorni si era rivelata perfino un po' indispettita dall'attesa più lunga del previsto. «Non ha importanza il sesso del bambino, basta solo che arrivi. Devo andare in vacanza a Balmoral» aveva risposto con un sorriso tirato ad una ragazzina che le aveva chiesto se avrebbe preferito un maschio o una femmina. E chissà se William ha fatto finta o calmo lo era davvero, quando ha deciso di rimanere a centinaia di migliaia di distanza da Kate fino al giorno prima del termine ultimo fissato per il parto. Calmi non erano i centinaia di giornalisti venuti da ogni parte del mondo, rimasti per giorni appostati davanti all'ospedale, costretti a quotidiani reportage sul numero delle Guardie del Corpo in dotazione alla primipara e sugli eventuali movimenti sospetti dei ginecologi di fiducia. Intanto, l'intero Paese si preparava a questa nascita gravata dalla responsabilità di risollevare l'economia britannica in crisi con la vendita di ogni genere di gadget. Turisti e fan della ditta Windsor, troveranno sul mercato tutine e scarpette con lo stemma reale, sciarpine, ciucci, copertine e borse per il pupo oltre alle solite tazze e piattini. E se una settimana prima dell'entrata in ospedale i Duchi di Cambridge non avevano ancora scelto il nome per il nascituro, adesso che è arrivato, il pupo si ritrova sulle sue esili spallucce da neonato fin troppe responsabilità. Quella di portare felicità e popolarità a una famiglia reale forte ma spesso anaffettiva. Quanto a Kate i tabloid non le hanno risparmiato i consigli più improbabili e i sondaggi più strani.
L'ultimo sul Daily Mail spiegava che la maggioranza dei lettori consigliava a Kate di non assumere nessuna baby-sitter perché il bimbo ha bisogno di stare il più possibile con la madre e i nonni. Sembra che i Middleton siano molto più quotati del Principe Carlo e di Camilla un po' troppo ingessati nel ruolo di nonni.
Potrà poi sembrare un po' prematuro ma trattandosi del pargolo reale le amicizie vanno scelte con cura. Così, a quanto pare, mamma Kate ha già organizzato per il figlio una serie di playdates con i bambini di amiche selezionate. Di questi tempi le conoscenze giuste non sono mai troppe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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