Guerra civile in Siria: i ribelli puntano alla tv di Stato

Nessuno sa dove sia finito il presidente Assad dopo che ieri sono stati uccisi alcuni dei più importanti capi della sicurezza. A Damasco gli scontri tra ribelli e forze governative continuano

Cresce la tensione a Damasco. E la Siria sprofonda in una durissima e violenta guerra civile. All'indomani dell'attentato che ha provocato la morte di due ministri e del cognato di Assad, gli insorti dell'Esercito libero siriano (Esl) hanno fatto sapere che si stanno preparando ad attaccare la sede della televisione di Stato. Secondo i comitati di coordinamento locale dell'opposizione, i disertori hanno lanciato un ultimatum ai dipendenti dell'emittente perché lascino "immediatamente" l'edificio, nel quartiere di Mazzeh a Damasco.

Secondo una fonte diplomatica occidentale, il presidente siriano Bashar al-Assad si sarebbe spostato nella città di Latakia, da dove dirige la risposta all'assassinio di tre dei suoi più stretti collaboratori. Dopo l'attentato di ieri che ha ucciso suo cognato, il ministro della Difesa e un importante generale antirivolta, Assad non ha infatti fatto alcuna apparizione: non è chiaro se si sia spostato a Latakia prima o dopo l'attacco. Anche sua moglie si sarebbe spostata, e secondo quanto riporta il Guardian sarebbe in Russia.

"Assad deve lasciare il potere per evitare lo scoppio di una guerra civile", ha chiesto Cameron auspicando che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu "approvi duri messaggi sulle sanzioni, in base all'articolo 7" della Carta dell'Onu, quello che in casi estremi non esclude un intervento armato internazionale.

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