Sono arrivati ieri mattina a New Delhi i sedici parlamentari italiani in delegazione unitaria guidati dai presidente delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senatoe si sono presentati all'ambasciata italiana, nel cui complesso i due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone risiedono da circa un anno. Una visita che - considerati i due anni complessivamente trascorsi dall'inizio della penosa vicenda che vede coinvolti i due marò, accusati dell'omicidio di due pescatori indiani per un errore che avrebbero commesso durante la loro missione antipirateria - appare tardiva e anche un po' frettolosamente organizzata per non lasciare ai grillini la palma di una solitaria iniziativa in favore dei nostri militari. Mentre a Roma infuria la polemica tra Fratelli d'Italia e il ministro degli Esteri Emma Bonino che attribuisce all'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa la responsabilità dell'accaduto, e mentre il ministro della Difesa Mario Mauro chiede che «persone innocenti abbiano il diritto di conoscere le accuse che gli vengono formulate a distanza di due anni e soprattutto di attendere a casa loro che si svolga questo processo», Latorre e Girone hanno volentieri incontrato la delegazione parlamentare, che finalmente ha trovato modo di definire la soluzione della loro odissea «una priorità». Il presidente della Commissione Esteri del Senato Casini ha detto che sarebbe troppo grave confondere con i terroristi chi lotta contro il terrorismo, mentre il collega della Camera Cicchitto dice che «sarà un attacco all'Italia se l'India applicherà la legislazione antiterrorismo».
Peccato che i parlamentari indiani non abbiano trovato il tempo di incontrare la nostra delegazione: in questi giorni è festa nazionale, si sono giustificati. Così la parte italiana continuerà a insistere inviando loro, un po' pateticamente, una lettera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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