Dopo aver sgomberato con la forza piazza Taksim, cuore della protesta di Istanbul, facendo un uso massiccio di gas lacrimogeni e idranti, sono scesi in campo i buldozer, che hanno rimosso le barriere issate dai manifestanti a protezione del parco Gezi, quello che il premier Erdogan ha intenzione di "eliminare" per costruire un centro commerciale e una moschea. Nel parco 12 giorni fa è partita la protesta in difesa del verde, mutata in rivolta contro la deriva autoritaria del governo. Dopo venti ore di violenti scontri è tornata la calma a piazza Taksim. Erdogan aveva annunciato "tolleranza zero" per soffocare le massicce dimostrazioni contro il suo governo, ed è stato di parola. Nella notte italiana la
Casa Bianca si è detta preoccupata per il rischio di violazione delle libertà di espressione e ha chiesto il dialogo tra governo e manifestanti. E mentre l'Onu invita tutti alla calma, l'Unione europea, attraverso la responsabile per gli Esteri Catherine Ashton, sottolinea che "non è il momento di isolare la Turchia ma di avvicinarsi di più e fare in modo che Ankara si avvicini di più all’Europa".
Martedì sera la piazza, diventata luogo simbolo della protesta antigovernativa, si è trasformata in un campo di battaglia, con nuvole di fumo (dei lacrimogeni, ma anche dei fuochi d'artificio usati dai manifestanti contro la polizia) che riempivano la zona mentre la polizia disperdeva la folla. Gli scontri nel vicino Parco Gezi sono continuati fino a stamani; poi all’alba i bulldozer hanno portato via detriti, macerie e le barricate erette, ridando un assetto normale alla zona. È stata la notte di peggiore violenza in 12 giorni di tensione in tutto il Paese. L’intervento della polizia a piazza Taksim, iniziato nella mattinata di martedì, ha segnato il ritorno degli agenti nella zona, da cui si erano ritirati una settimana fa. L’assalto ha colto un po' di sorpresa i manifestanti, perché è arrivato dopo che il premier Erdogan aveva annunciato che oggi avrebbe incontrato i leader della protesta. Ma il premier ha voluto mostrare i muscoli prima di "ascoltare" le rismostranze. Un modo come un altro per rimarcare che detiene lui il potere. Intanto ad Ankara un'altra manifestazione anti-Erdogan, con almeno 5mila persone, è stata dispersa martedì sera dalla polizia.
Multa alle tv che trasmettono le dirette dei raduni
Il Consiglio Supremo della Radio e della Tv (Rtuk) turco, organismo di controllo nominato dal governo, ha multato le piccole tv che hanno trasmesso in diretta le manifestazioni di protesta. Lo riferisce Hurriyet online. Rtuk motiva così la sanzione: "Hanno danneggiato lo sviluppo fisico,morale e mentale di bimbi e giovani"
La denuncia di Amnesty international
Amnesty International torna sulla repressione violenta della protesta e conferma che 72 avvocati sono stati arrestati nella tarda mattinata di ieri mentre erano riuniti nel tribunale di CaDlayan per elaborare una dichiarazione sulla situazione nel Parco Gezi. I legali, inizialmente trattenuti nel tribunale sono stati poi trasferiti nella stazione di polizia di via
Vatan, ha detto Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty che sta monitorando la situazione a Istanbul. "Il governatore Huseyin Avni Mutlu - dichiara Amnesty - ha detto che
l’intervento in piazza Taksim veniva eseguito per rimuovere striscioni dalla statua di Ataturk e dal Centro di cultura Ataturk nella piazza e che la polizia non sarebbe intervenuta nel Parco Gezi". Invece gli agenti antisommossa "ancora una volta hanno usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro manifestanti pacifici in piazza Taksim e nel Parco Gezi".
"Le proteste in piazza Taksim e nel Parco Gezi - ha affermato Amnesty - sono state totalmente pacifiche e hanno il diritto di continuare. L’intervento delle autorità deve essere eseguito solo per motivi legittimi, voler tirare giù qualche striscione semplicemente non è una giustificazione adeguata". (Guarda il video sulla denunc ia di Amnesty).
Erdogan vede i rappresentanti della società vicile
Il premier turco vede alcuni rappresentanti della società civile, che in un primo tempo erano stati presentati come "delegati" dei manifestanti antigovernativi di Taksim. Ma non è proprio così. Del gruppo fanno parte artisti, universitari e studenti.
La "piattaforma" che riunisce i 116 movimenti della protesta di Gezi Park ha chiarito di non essere stata invitata dal premier. Alla riunione è previsto partecipino anche i ministri degli interni, dell’ambiente e della cultura.
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