L’Irlanda è ufficialmente il primo Paese dell'Eurozona a uscire dal programma di aiuti della Troika, dopo esser riuscita già da tempo a tornare e reperire finanziamenti diretti sul mercato del debito pubblico. Il supporto è durato poco più di tre anni: era iniziato nel novembre del 2010 dopo un collasso del mercato immobiliare del Paese che aveva virtualmente distrutto il settore creditizio, costringendo lo Stato ad effettuare giganteschi salvataggi delle banche e così facendo lievitare il deficit a valori ingestibili. Da allora Dublino ha macinato progressi su progressi. Adesso può contare su un livello di crescita economica tra i più consistenti dell'Eurozona. Tuttavia, per ridurre il peso dei sussidi di disoccupazione, il governo di Dublino ha inviato a seimila cittadini una lettera in cui suggerisce di andare a cercarsi un lavoro all'estero.
Il disastro creditizio, immobiliare e bancario è esploso poco dopo che le banche irlandesi avevano brillantemente superato gli stress test europei. Tra i vari che hanno ricevuto aiuti, pieni o parziali, l’Irlanda è stata probabilmente quella a resistere di più ad alcune delle misure pretese dalla Troika. In particolare ha difeso a spada tratta la fiscalità di vantaggio che offre alle multinazionali, nonostante le fortissime pressioni della Troika dietro le quali ci stavano le richieste di Berlino. A sancire la fine del programma è stata l’approvazione da parte della Commissione europea dell’ultima tranche di aiuti: 800 milioni di euro rispetto ai 67,5 miliardi mobilitati nel triennio. In parallelo l’Unione europea ha pubblicato il rapporto finale sull'Irlanda che parla di una performance "molto positiva" nell’ultimo anno, aggiungendo che le misure previste nel programma di correzione hanno avito una solida attuazione.
"Mi congratulo con il governo e il popolo irlandesi per questo risultato, frutto dei loro sacrifici", ha commentato il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso. I fatti sembrano dar ragione agli irlandesi, che hanno avuto un atteggiamento negoziale duro ma poi hanno scrupolosamente rispettato gli impegni presi. L’opposto di quel che si è visto in Grecia, in cui solitamente le richieste della Troika sono state accettate senza impuntarsi più di tanto, salvo poi non attuarle. E la Grecia resta il paese più lontano in prospettiva da una fine degli aiuti. Secondo il responsabile degli Affari economici dell'Ue, Olli Rehn, "la conclusione coronata dal successo del programma sull’Irlanda è un segno che la nostra risposta comune alla crisi sta dando risultati". A Dublino, invece, gli animi sono tutt'altro che euforici.
"È solo una tappa e non siamo alla fine del viaggio, ma è una tappa importante", ha affermato il ministro delle finanze Michael Noonan. Come riporta il Financial Times, il governo ha infatti inviato ai cittadini disoccupati una lettera in cui gli suggerisce di andare a lavorare all'estero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.