Sembra incredibile ma è vero: il fondo «salva-Stati» Esm, creato per sostenere i Paesi europei in difficoltà, sta di fatto finanziando la già ricca Germania, che in base a un recente studio creerà nel 2014 500mila nuovi posti di lavoro. E l'indebitatissima Italia partecipa generosamente a questo paradossale finanziamento.
Il meccanismo è il seguente: l'Esm raccoglie la gran parte dei 700 miliardi di deuro di cui dispone attraverso l'emissione sul mercato di bond, ma è il capitale versato direttamente dai diciassette Paesi di Eurolandia a costituire la sua base. Dietro Germania e Francia, che sono i due principali finanziatori con quote rispettivamente del 27,2 e del 20,4 per cento del totale, c'è proprio l'Italia, che contribuisce con un totale di oltre 125 miliardi, pari a una quota del 17,9 per cento. I contributi all'Esm ci sono costati quest'anno 11,4 miliardi di euro, e l'anno prossimo ne verseremo ben 14,3. Cosa viene fatto di tutti questi soldi? Vengono investiti, e per fare ciò si acquistano titoli «di alta qualità» (niente titoli italiani e spagnoli, perché hanno un rating insoddisfacente): quindi, in gran parte, i sicurissimi Bund tedeschi.
Con una seriedi effetti sconcertanti. Prima di tutto, viene finanziato lo Stato tedesco con i soldi dei Paesi più poveri dell'Europa del Sud (che complessivamente contribuiscono all'Esm per oltre un terzo del capitale totale). Poi questi stessi Stati subiscono la beffa di non poter attingere al fondo salva-stati per sostenere le proprie banche, in base proprio alla pretesa tedesca, espressa dal ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, di non usare i fondi Esm per aiutare le banche in difficoltà prima che i loro creditori abbiano subito perdite in proporzione. E ancora, il massiccio acquisto di titoli di Stato tedesco da parte dell'Italia non fa che accrescere il famigerato spread, e con esso lo svantaggio competitivo per le aziende del nostro Paese.
È già molto, ma non è tutto. Perché la Germania icassa denaro italiano anche da un'altra via.
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