Merkel abbassa la cresta

La Bce schiaffeggia la Germania e annuncia l’"acquisto illimitato di bond". Lo spread crolla, ma l’aiuto ci costerà la sovranità

La bella notizia è che Mario Dra­ghi, capo della Banca centrale europea, ha mandato a quel pae­se la Merkel e varato il piano di aiuti illimitati agli Stati in difficoltà econo­mica. La brutta è che gli Stati che chiede­ranno aiuto dovranno di fatto rinunciare alla propria sovranità e consegnare le chiavi di casa ai banchieri europei, i quali ovviamente imporranno nuovi e pesanti sacrifici. Subito dopo l’annuncio dell’ac­cordo, gli speculatori hanno cominciato a ritirarsi, lo spread è sceso sotto i 380 pun­ti, la Borsa ha festeggiato (+ 4,6 per cento).

Tutto finito? Non scherziamo. L’arr­o­ganza della Germania ha subìto un colpo, ma non è nello spirito dei tedeschi molla­re l’osso. Se la nostra economia non svolta e si rimette in moto, dovremmo solo sce­gliere tra la borsa ( gli aiuti)e la vita (l’auto­nomia). Quello che è successo ieri è la pro­va provata che non sono le politiche nazio­nali - come ci avevano fatto credere nella parte finale del governo Berlusconi- a de­terminare lo spread. Il suo valore è legato a scelte monetarie internazionali e al­l’egoismo della Merkel. Quello che dipen­de da noi è invece lo sviluppo, e su questo il governo dei tecnici ha fatto solo danni (tasse e tariffe più alte), pasticci (l’ultimo quello sulle bibite zuccherate) e annunci senza seguito.

Dimentichiamoci che con l’attuale so­stegno politico il governo, ammesso che trovi la capacità, possa venirci incontro. I due azionisti di maggioranza-un Pd intri­so di post comunismo misto all’anti berlu­sconismo e il Pdl - non troveranno mai un’intesa su questioni di fondo.Troppe di­versità, troppo odio accumulato in anni di guerra civile, troppi sospetti e paure. Siamo destinati a mesi di stallo, le nostre aziende sono in riserva e non possono aspettare un mese in più.

Non resta che ap­profittare dello scudo europeo e del refo­lo di Draghi in poppa per sciogliere le file e andare subito al voto. Azzeriamo tutto e ri­partiamo. Quello che succederà dopo le elezioni lo decideranno gli italiani nelle urne. Mi sembra la strada maestra, l’uni­ca che abbia un senso per tutti noi.

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