Quando tuonano i cannoni non è saggio fare previsioni ma le forze in campo puntano a far tacere le armi in 48 ore. Tanto che ieri sera il governo israeliano si è riunito per esaminare la proposta di tregua egiziana. Ma anche altri fatti vanno in questa direzione. Eccoli:
A Mentre l'ambasciatore di Israele è tornato in patria un inviato è partito per il Cairo. Il canale di comunicazione e negoziato passa da quello diplomatico troppo visibile a quello dell'intelligence.
B La notizia di un impegno preso da Netanyahu con Obama a non impiegare le truppe di terra appare logica nonostante gli schieramenti offensivi. Farlo sarebbe per Israele perdere i vantaggi politici sinora ottenuti colpendo le infrastrutture militari di Hamas. Ma evitare l'invasione diventa sempre più difficile. Morte e vendetta hanno una loro logica.
C Hamas sta cambiando la sua offensiva psicologica. Dal momento che il «bombardamento» di Tel Aviv e di Gerusalemme si è rivelato inefficace (il traffico aereo all'aeroporto di Ben Gurion continua come il movimento turistico) non bastano più i simbolici lanci di missili su Tel Aviv e Gerusalemme. Ora lo scopo è quello di paralizzare il nemico obbligando milioni di israeliani a vivere nei rifugi, colpendo l'economia. Cosa vera se il conflitto si prolunga.
D L'azione diplomatica si concentra ora sull'Egitto. Il rifiuto di Hamas (e dei gruppi islamici in competizione con i Fratelli musulmani) ha indebolito il presidente egiziano che si dichiara protettore dei palestinesi. Ha problemi maggiori e più immediati in casa col ritiro dei delegati laici e copti dalla commissione per la redazione della costituzione. Questo rinnova la tensione coi militari. Morsi ha bisogno di un successo palese e immediato.
E Obama e Netanyahu sono d'accordo nell'accordarglielo. Ma non sul prezzo. Hamas chiede in cambio del cessate il fuoco l'impegno israeliano a cessare gli attacchi mirati contro i suoi leader. Israele chiede il diritto di portare a termine l'offensiva aerea (ci sono ancora almeno 200 «punti» da distruggere) ed eventualmente di rilanciarla se il lancio dei missili da Gaza continua. Morsi vuole la cessazione rapida dei bombardamenti aerei e forse la fine del blocco di Gaza.
F Il fronte arabo islamico non è riuscito come in passato ad ottenere una rapida convocazione del Consiglio di sicurezza. Certi media anti israeliani sono meno aggressivi essendo riconosciuto il diritto di Israele a difendersi, negato in passato. La rielezione di Obama così paventata da molti in Israele appare meno pericolosa per la destra israeliana che nel passato.
G L'effetto del sistema missilistico - anti missilistico sviluppato da Israele ha confermato la sua superiorità tecnologica. Ha sostenuto il morale interno che i missili di Gaza sembravano incrinare; ha dimostrato a Hamas, a Hezbollah e soprattutto all'Iran la difficoltà di sviluppare la loro costosa strategia missilistica di annientamento del nemico sionista.
H Di nuovo in questo momento c'è l'arroventata discussione - non solo in Egitto - fra i partigiani delle vecchie politiche anticolonialiste, anti occidentali, anti israeliane e coloro che ritengono la promozione della
causa palestinese pretesto dei vecchi regimi per ritardare lo sviluppo economico e sociale delle masse.È presto per sapere se da questo calderone in ebollizione nascerà qualcosa di positivo. Ma qualcosa di nuovo certo sì.
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