L'Iran alza la voce. E torna a minacciare la Turchia. "I missili patriot al confine con la Siria - ha detto il capo dell’esercito iraniano - pongono le basi per una guerra mondiale". L'obiettivo è, ancora una volta, spaventare l'Occidente e, in particolar modo, gli Stati Uniti che ieri hanno firmato l’ordine di invio di due batterie Patriot per la difesa antiaerea in Turchia. L'ayatollah Ali Khamenei ha accusato apertamente la Casa Bianca di "alimentare" i problemi di sicurezza in Medio Oriente.
Un faccia a faccia tra il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan è previsto lunedì prossimo a Konya. Secondo l'edizione online dell’emittente Press Tv, l’incontro si terrà a margine delle celebrazioni per il 739° anniversario della morte del mistico sufi Rumi. Secondo la stampa turca, al centro dei colloqui ci sarà la crisi siriana, sulla quale Iran e Turchia hanno posizioni diametralmente opposte. Teheran, infatti, sostiene il regime del presidente Bashar al-Assad, mentre Ankara appoggia l’opposizione. La posizione del capo dell’esercito iraniano, tuttavia, mette alle strette sia la Turchia sia la Nato, organizzazione di cui il governo di Ankara fa parte. "Ognuno dei Patriot schierati al confine con la Siria è un segno nero sulla mappa del mondo ed è pensato per causare una guerra mondiale", ha detto il capo delle forze armate iraniane generale Hassan Firouzabadi accusando apertamente la Turchia di preparare piani per una guerra mondiale. "Questo - ha avvertito - è molto pericoloso per il futuro dell’umanità e per il futuro della stessa Europa". Non solo. Un consigliere militare della guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha puntato il dito contro gli Stati Uniti accusandoli di "alimentare" i problemi di sicurezza in Medio Oriente. E, secondo il generale Yahya Rahim-Safavi, Washington starebbe incoraggiando anche la Turchia a fare altrettanto.
Ieri il segretario americano alla Difesa Leon Panetta ha firmato l’ordine di invio di due batterie Patriot per la difesa antiaerea in Turchia.
Secondo Panetta, i missili serviranno a proteggere la Turchia da possibili attacchi con armi chimiche o con missili di ogni tipo dal territorio siriano. Insieme ai Patriot partiranno circa 400 militari statunitensi incaricati della loro gestione. Secondo il New York Times, tutte le batterie di Patriot richieste alla Nato da Ankara saranno operative da gennaio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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