Scoperta negli Usa la figlia del direttore di Auschwitz: "A papà voglio bene"

Brigitte Hoess ha 80 anni ed è pensionata a Washington dove ha vissuto per 40 anni. Dubita dell'Olocausto anche se ha vissuto per 4 anni coi genitori in una villa con vista sui forni

Scoperta negli Usa la figlia del direttore di Auschwitz: "A papà voglio bene"

In tempi in cui i cacciatori di nazisti sono ormai ridotti a inseguire ultranovantenni ex custodi dei campi di sterminio, fa notizia la scoperta di una persona che non ha avuto alcuna responsabilità nei crimini di settant'anni fa, ma che li ha vissuti da vicino. Molto da vicino. Brigitte Hoess, che oggi ha ottant'anni, è infatti la figlia di Rudolf Hoess, progettista e direttore di quella spaventosa macchina della morte che fu Auschwitz. Lui finì impiccato dai polacchi nel 1947, mentre lei, lasciata la Germania tre anni dopo, sposò un americano ed ha passato gli ultimi quarant'anni in un sobborgo di Washington. Oggi è un'anonima pensionata, dopo aver lavorato per trent'anni in una boutique della capitale degli Stati Uniti.

A scovarla è stato Thomas Harding, nipote dell'ufficiale che nel 1946 aveva catturato suo padre e autore di un libro in cui si parla anche di lei, ma senza citarne il cognome da sposata per evitarle «attenzioni» indesiderate. Brigitte ha abitato per quattro anni (e fino all'età di undici, quando Auschwitz fu sgomberata per l'imminente arrivo dei russi) con i genitori in una villetta curatissima con vista su un forno crematorio, e sua madre Hedwig non aveva dubbi che si trattasse di «un paradiso». Brigitte ricorda quegli uomini in tuta a strisce che lavoravano nel giardino e i quadri e gli oggetti d'arte che decoravano riccamente la casa: erano stati confiscati a ebrei benestanti inviati nelle camere a gas.

Ancor oggi, e dispiace dirlo, coltiva dubbi sulla reale portata dello sterminio degli ebrei (ad Auschwitz è stato calcolato che ne siano morti un milione e centomila): «Come fanno a dire che siano morti in tanti, se ci sono tanti sopravvissuti?», afferma con una logica sconcertante.

Sul letto di Brigitte ancora oggi c'è il ritratto del padre, reo confesso del massacro più spaventoso della Storia. Paradossalmente, il suo datore di lavoro in America fu proprio un ebreo, che raccolse il suo segreto e la perdonò: «Lei non ha colpa di ciò che fece suo padre». 

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