Terzi spegne le critiche all'Europa «Silenziata» una lettera dei marò

Terzi spegne le critiche all'Europa «Silenziata» una lettera dei marò

Pippo Baudo scrive ai marò: «Spero tornerete presto a casa». Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ribadisce che l'Unione Europea è al fianco dell'Italia sul caso indiano e la Ferrari ancora non si pronuncia sulle Rosse con il fiocco giallo simbolo di solidarietà ai fucilieri di marina.
Non solo: una missiva dei marò, che doveva venir letta al simposio delle marine di mezzo mondo, la scorsa settimana a Venezia, è stata stoppata all'ultimo momento dalla Difesa. La linea è quella del «silenziatore», ovvero del profilo basso in attesa della sentenza della Corte suprema di Delhi sul destino di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, da otto mesi bloccati in India.
Pippo Baudo ha inviato ai marò, in questi giorni, una cartolina, con il suo faccione nazionale: «Spero tornerete presto a casa. Lo scrivo interpretando i sentimenti di tantissimi italiani». Dalla Ferrari, invece, fino a ieri non c'era alcuna novità sul gesto di solidarietà chiesto a gran voce dal popolo di internet e dal Giornale. Dal sito del nostro quotidiano sono state spedite in due giorni oltre duemila mail all'indirizzo di posta elettronica della casa di Maranello. Sulla pagina Facebook della scuderia, dove continuano a fioccare post pro marò, Carolina Latorre, ha scritto: «Sono la sorella del fuciliere di marina Massimiliano Latorre ingiustamente detenuto in India insieme al collega Salvatore Girone, vi ringrazio per qualsiasi iniziativa vogliate intraprendere durante il GP del 28 ottobre in India a supporto dei nostri militari. Vi scrivo anche a nome dei 13.414 Componenti del gruppo FB "Le famiglie dei marò"». Altri, come Luigi Piscitelli, fanno leva sulla storia patria di famiglia del presidente della Ferrari: «Montezemolo faccia un gesto Eroico degno del suo congiunto colonnello Giuseppe che diede la propria vita per l'Italia. Appiccichi questo nastro giallo sulla rossa».
Ieri il ministro degli Esteri ha sottolineato via Twitter «il sostegno all'Italia» dell'Unione Europea. Nei giorni scorsi il Giornale ha pubblicato una lettera di Bruxelles piena di buone intenzioni, che però giudica «non appropriato» un intervento chiaro, diretto ed incisivo a favore dei marò perché devono decidere i giudici locali.
Terzi assicura che la Ue garantisce «la massima priorità al caso» e che il «governo (italiano ndr) è sempre al lavoro per riportare in patria i due fucilieri».
La linea, però, è quella del bassissimo profilo per non svegliare la stampa indiana sulla fatidica sentenza della Corte suprema, che si spera riporti a casa i marò. Per questo gli articoli e la mobilitazione del Giornale nell'ultima settimana danno fastidio.
Non solo: il silenziatore viene usato anche con i marinai. La scorsa settimana, durante il simposio internazionale a Venezia di 40 marine militari del mondo, compresa quella indiana, doveva venir letta una missiva dei marò. Si trattava di portare all'attenzione dei diretti interessati, a livello internazionale, lo scabroso caso, che un domani può capitare ad un altro Paese. Per la logica del basso profilo la lettera è stata stoppata all'ultimo momento dal portavoce del ministro della Difesa. Speriamo che abbia ragione e serva a far decidere gli indiani di rimandare a casa Girone e Latorre.
In ogni caso il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ha chiuso il simposio facendo suonare e cantare da un tenore l'inno del reggimento San Marco.
Il generale della riserva Fernando Termentini, che si sta mobilitando per i marò, a luglio aveva scritto al ministro Terzi interpellandolo sull'iniziativa dell'università Bocconi di Milano, che nel dicembre dello scorso anno ha annunciato l'apertura di una School of business a Mumbai, la capitale finanziaria indiana. Come si legge sul sito della Farnesina alla presentazione dell'evento aveva partecipato il console, Giampaolo Cutillo, che poi si è ritrovato in prima linea per i marò. L'iniziativa prevedeva l'iscrizione di 120 studenti indiani, da gennaio, con l'apertura dell'anno accademico a luglio. Termentini chiedeva a Terzi «se l'accordo è ancora operativo e quale è l'impegno dell'Italia in termini finanziari e di personale». Mario Monti, lo scorso dicembre, era diventato da poco capo del governo e prima risultava presidente della Bocconi.

Ieri anche il Giornale ha chiesto spiegazioni alla Farnesina senza successo. «Terzi aveva assicurato che approfondirà la questione - spiega Termentini al Giornale - ma poi non si è saputo più nulla».
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