Tripoli, un'autobomba contro i «liberatori»È il primo attentato nella capitale dopo la caduta di Gheddafi nel 2011

Tripoli Un'autobomba è esplosa davanti all'ambasciata della Francia a Tripoli, ferendo due gendarmi francesi addetti alla sicurezza e alcuni civili, causando gravi danni. Due esplosioni hanno distrutto il muro di cinta e un angolo dell'edificio che ospita la rappresentanza diplomatica, una palazzina di due piani nel quartiere residenziale Andalusia.
Dei due gendarmi feriti, uno è in gravi condizioni. L'attacco non è stato rivendicato e non è chiaro chi ne siano gli autori, anche se le piste possono essere quella di gruppi estremisti attivi nel Paese, compresa Al Qaida nel Maghred islamico (questa è la pista considerata più seriamente da parte degli Stati Uniti), dei nostalgici di Muammar Gheddafi o di una vendetta per l'intervento francese in Mali contro i ribelli islamisti. Le esplosioni hanno danneggiato altre due vetture che erano parcheggiate e due ville nei pressi dell'ambasciata. La strada è stata invasa dall'acqua per la rottura di alcune tubazioni.
L'attentato, avvenuto alle 7 del mattino, è il primo nella capitale libica dal conflitto del 2011 che portò alla cacciata di Muammar Gheddafi. È anche la prima volta che viene attaccata un'ambasciata a Tripoli, dopo l'attentato di settembre al consolato Usa di Bengasi in cui morirono l'ambasciatore e altri tre americani. Il 12 gennaio, sempre a Bengasi, era stata attaccata l'auto del console italiano Guido De Sanctis, rimasto illeso.
Il presidente francese François Hollande ha chiesto al governo libico di fare chiarezza su quello che ha definito come un attacco «inaccettabile». Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius si è recato a Tripoli per valutare la situazione e assistere nelle operazioni di rimpatrio delle due guardie di sicurezza francesi. Il ministro degli Esteri libico Mohammed Abdel Aziz ha condannato l'attentato definendolo «un atto terroristico contro un Paese fratello che ha sostenuto la Libia durante la rivoluzione»: fu infatti l'alora presidente francese Nicolas Sarkozy a sostenere per primo i raid della Nato contro le forze del regime.
Le autorità libiche hanno annunciato la creazione di una commissione di inchiesta bilaterale franco-libica.


Dure reazioni di condanna sono giunte anche dall'Unione Europea («I responsabili siano chiamati a pagare» ha affermato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton) e dalla Nato per bocca del segretario generale Anders Fogh Rasmussen.
Da Roma, il capo del governo Mario Monti ha espresso «condanna per il vile attentato e solidarietà alla Francia».

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