A Tunisi caccia ai politici non islamici

«Il popolo vuole una nuova rivoluzione», era uno dei molti cori che ieri la folla ha scandito al funerale del politico dell'opposizione tunisina ucciso mercoledì da quattro colpi di pistola davanti a casa, a Tunisi. Decine di migliaia di persone - secondo alcuni mass media più di un milione - hanno partecipato ieri al corteo funebre di Chokri Belaid, «i funerali più importanti nella storia moderna della Tunisia», dice al Giornale Kamal Lebidi, presidente della commissione per la riforma dei mass media, che spiega come mai prima nel Paese si fosse visto un tale spettacolo. Migliaia di persone hanno assistito alla celebrazione presto trasformatasi in una manifestazione contro il governo, contro il partito islamista al potere, Ennahda, che parte dell'opposizione e la famiglia della vittima accusa d'essere responsabile della sua morte. Da mesi Belaid, politico della sinistra laica, era un rumoroso critico del governo e dei gruppi islamisti, del movimento Ennahda che fino a poche ore prima della sua uccisione ha accusato su radio e televisioni nazionali di incitare alla violenza. E negli ultimi mesi in Tunisia la violenza è aumentata polarizzando la nazione in uno scontro politico tra islamisti e gruppi non religiosi: tanto che ieri sera un altro politico dell'opposizione, Ahmed Nejib Chebbi, il fondatore del Partito Democratico Progressista, è stato aggredito dai salafiti.
Il leader del partito Ennahda, Rachid Ghannouchi, ha smentito ogni coinvolgimento del suo gruppo nei fatti di mercoledì. Avrebbe voluto partecipare ai funerali, hanno rivelato fonti di stampa, ma gli è stato sconsigliato per questioni di sicurezza. Non a torto. Mentre il feretro avvolto dalla bandiera tunisina entrava nel cimitero scortato dall'esercito - istituzione che per il suo sostegno alla rivoluzione del 2011 è sentita vicina dalla popolazione - la folla gridava «Ghannouchi assassino», «Ennahda dégage», vai via.
I testimoni raccontano una scena surreale, con il cimitero pieno di manifestanti e il denso fumo di lacrimogeni lanciati dalle forze dell'ordine. Durante i funerali e per tutto il resto della giornata lo sciopero generale indetto dall'Ugtt, il più grande sindacato nazionale, che raggruppa oltre 500mila lavoratori, ha bloccato il Paese: sono rimasti chiusi caffè, ristoranti, supermercati, negozi, tribunali, università, sono stati cancellati quasi tutti i voli da e per Tunisi. Neppure il 14 gennaio 2011, quando è caduto l'ex presidente Ben Ali e quando il sindacato aveva organizzato un altro sciopero, c'erano stati blocchi di tali dimensioni.
«I funerali di Belaid rappresentano una dimostrazione di solidarietà senza precedenti di quei tunisini che si oppongono alla piega che hanno preso gli eventi», spiega Lebidi, raccontando come la morte di Belaid rappresenti il primo assassinio politico dal 1952, quando fu ucciso da un gruppo para militare francese proprio il fondatore del sindacato che ieri ha bloccato la Tunisia: Farhat Hached, ancora oggi una leggenda della sinistra nazionale.
Il Paese si avvia verso la crisi politica.

Il partito islamista al potere ha rifiutato la proposta avanzata dal suo stesso premier, Hamadi Jebali, di formare un governo di tecnocrati, «la soluzione più salutare», spiega ancora Lebidi, visto che «il governo attuale ha fallito nel risolvere lo squilibrio sollevatosi con la caduta di Ben Ali: il partito Ennahda si aggrappa al potere, da mesi rafforza la sua presa su istituzioni e società pubbliche per arrivare pronto alle prossime elezioni». Ma ieri sera Jebali ha fatto capire di voler tirare diritto: «Sono fermo alla mia decisione di formare un governo di tecnici - ha dichiarato - e non ho bisogno del sostegno dell'Assemblea Costituente».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica