Picchiata brutalmente dai genitori, sfigurata con l’acido e poi abbandonata a morire tra atroci sofferenze. È la scioccante storia di una ragazzina pachistana quindicenne, punita in modo bestiale perché aveva una storia d’amore con un ragazzo del suo villaggio.
Vicende come questa sono purtroppo molto frequenti in Pakistan, dove i cosiddetti «delitti di onore» sono ancora una pratica comune e dove le donne che si ribellano sono vittime di orribili violenze da parte del loro stesso clan familiare.
Ma lo stesso fenomeno avviene comunemente anche in altri Paesi del mondo musulmano, come la Giordania, dove proprio ieri un uomo ha ucciso la figlia di 22 anni strangolandola con le proprie mani perché sospettava che avesse una relazione con un ragazzo.
I dettagli della tragica fine di Anosha, questo il nome della ragazzina pachistana, sono stati rivelati dalla polizia locale del distretto di Ratta, a circa 150 chilometri da Muzaffarabad, capoluogo della regione himalayana del Kashmir, contesa con l’India. «In diverse occasioni la giovane era stata sorpresa dai genitori in compagnia di un corteggiatore - racconta un’agente di polizia - . Assolutamente contrari alla relazione, le avevano intimato di interrompere quell’amicizia». Anosha però non ha obbedito e ha continuato a vedere il suo innamorato di nascosto.
Credeva nell’amore, ma ha pagato le sue illusioni con la vita.
Dopo averla di nuovo colta in flagrante mentre parlava con il ragazzo fuori casa, il padre Muhammed Zafar è andato su tutte le furie. Accecato dall’ira, ha prima malmenato Anosha,poi con l’aiuto della moglie - un dettaglio purtroppo ricorrente in queste vicende di brutalità familiari ai danni di giovani donne - le ha gettato dell’acido in viso e sul corpo, riducendola in condizioni penose. La coppia ha poi abbandonato la figlia agonizzante «rifiutandosi di portarla subito all’ospedale», spiega il poliziotto, «e così è morta». Secondo un’altra versione, la ragazzina sarebbe stata portata al nosocomio, ma quando ormai era troppo tardi. Aveva ustioni da acido su oltre il 70% della pelle. In seguito alla segnalazione dei vicini di casa, la polizia è quindi venuta a sapere dell’incidente e ha subito fermato la coppia che poi ha confessato l’orrenda azione: sono stati arrestati con l’accusa di omicidio.
In Pakistan il delitto d’onore è chiamato «Karo-Kari» che significa letteralmente «uomo nero» e «donna nera». Quando una donna è etichettata come «kari» vuol dire che ha disonorato la famiglia con il suo comportamento. I parenti sono dunque autorizzati a ucciderla per ripristinare l’immagine del clan.
Secondo stime delle organizzazioni umanitarie pachistane, lo scorso anno si sono consumati in Pakistan 720 delitti d’onore e nella stragrande maggioranza dei casi (605) le vittime erano donne.
Ma in Pakistan esiste anche un altro fenomeno allarmante, che di recente ha provocato un’esplosione di violenze: quello della blasfemia. Secondo una notizia riportata da Express Tribune , una folla inferocita ieri ha vandalizzato una scuola femminile della provincia centrale del Punjab, perchè era circolata la voce che in un esame era stato insultato il nome del profeta Maometto. Un insegnante e il preside dell’istituto sono stati arrestati per blasfemia, un reato che è punito con la condanna a morte.
Un rischio che ha corso assai concretamente la giovane cristiana Asia Bibi o più recentemente la quattordicenne Rimsha, arrestata per aver bruciato il Corano,un’accusa che poi si è rivelata essere una montatura dell’imam di una moschea.
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