Fuxia, un «portaborsette» per l’onorevole Luxuria

Anche Davide Cordova è un transgender: «Amo Bertinotti ma il mio modello è la Spagna di Zapatero»

Bagno unico per tutti, dentro e fuori da Montecitorio, e giù nello scarico le vecchie «etichette» di uomo e donna. Al limite, l’ultima parvenza di separazione tra i sessi, l’estremo baluardo al di qua del trasgenderismo universale secondo Fuxia, alias Davide Cordova, «portaborsette» del deputato di Rifondazione comunista Vladimir Luxuria, resterebbe quello igienico. «Perché i bagni dei “maschi”, diciamo la verità, spesso fanno schifo. Il resto sono costrizioni di una società non libera, ossessionata dalla Chiesa». Fuxia fa da segretario particolare all’onorevole Luxuria, ma solo a titolo di amicizia, senza un compenso dal partito né dal Parlamento («quelli di sinistra sono poveri»). Si conoscono da 11 anni anni, dai tempi mitici del «Muccassassina», lo storico locale gay-lesbo-trans di Roma dove Vladimiro Guadagno è diventato Luxuria, e da direttore artistico ha scoperto il talento istrionico di questo trans catanese che da tre anni lo accompagna in spettacoli teatrali, in tv da «Markette» e serate varie, come attore e costumista. E appunto, il suo contributo politico all’elezione di Luxuria è stato determinante nella scelta del look da onorevole-trans: tailleur, poco trucco, colori più sobri rispetto ai rossi fosforescenti e ai fucsia soliti per la scena. Così seguendo Luxuria nei dibattiti e nelle tribune politiche, Fuxia (il nome d’arte l’ha inventato l’onorevole) ha scoperto la passione politica, folgorata dal carisma del leader Bertinotti. «Voto Rifondazione perché c’è lui. Sono rimasta affascinata dal suo intelletto, sentendolo parlare nei mesi della campagna elettorale di Vladi». Poi certo ci sono i Pacs, i diritti civili, le battaglie contro l’«oscurantismo» dei cattolici. «Se non avessi impegni qui in Italia mi trasferirei domattina in Spagna. Il governo di Zapatero è un modello, è molto avanti. Le differenze di sesso non esistono, sono invenzioni, ma da noi queste cose non si possono dire perché siamo un Paese di bigotti, c’è poca libertà. Ma gli eterosessuali non esistono». Certezza metafisica che mette in scena, travestendosi in mille modi, già dagli anni ’80, in Sicilia, «nel solco del grande fermento attorno al fenomeno del trasformismo che aveva come punto di riferimento il “Parroquette” di Taormina».
Alla Camera però Fuxia non ci ha mai messo piede. Ma era lei che ha accompagnato Luxuria il primo giorno da deputato, in mezzo alle telecamere e ai flash dei fotografi. Ora lo aiuta, lo consiglia, legge gli interventi, si consiglia. «Abitiamo nella stessa via, ci sentiamo sempre. Sono stata la prima a ricevere la telefonata da lei quando è successo quel casino per i bagni alla Camera. Sentivo le urla della Gardini dietro. E Vladi che mi diceva: ma ti rendi conto? Pazzesco».

Nel frattempo canta (il suo singolo Run è secondo nella classifica di MusicBox), recita, si traveste. All’occorrenza, se deve dare un giudizio sui primi sei mesi di governo, anche da diplomatico. «Su questo non possiamo ancora sbilanciarci».

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