Nobelopoli. Proprio così, ci mancava anche l’inchiesta su frode e corruzione attorno al premio più importante e illustre dell’universo, il Nobel appunto. Notizie dal nord Europa, L’Autorità anticorruzione svedese, nella persona del procuratore Niels Erik Schultz, ha aperto un faldone per capire se alcuni membri del comitato, che assegna il riconoscimento ultramilionario, abbiano avuto contatti e interessi con case farmaceutiche. I sospetti ricadono sui criteri che hanno portato all’assegnazione del premio, nel 2008, al medico e virologo tedesco di Gelsenkirchen-Buer, Harald zur Hausen che ha scoperto il papilloma virus, l’agente che causa il cancro al collo dell’utero, premio ex aequo con i francesi Luc Montaigner e Françoise Barré Sinossi, i medici che hanno isolato il virus dell’aids.
In verità i premiati non hanno nessuna responsabilità in questa storia sgradevole mentre la posizione di alcuni giurati non sembra del tutto chiara; ma su tutti resta ambiguo il comportamento della multinazionale farmaceutica AstraZeneca, di capitale anglosvedese. Nel consiglio di amministrazione dell’azienda siede, infatti, tale Bo Angelin che fa parte, in contemporanea, del comitato che assegna il Nobel per la medicina. Se uno più uno fa due, qui la somma fa il totale, anche perché risulterebbe il versamento di 30mila dollari, da parte della stessa azienda, sul conto di Bo Angelin medesimo e altre iniziative non del tutto trasparenti, tipo la sponsorizzazione multimilionaria di Nobel Media e Nobel Web, società di comunicazione collegate alla accademia del Nobel, oppure che AstraZeneca abbia delle royalties da un paio di ditte farmaceutiche (la Merck Sharp et Dome e la Glaxo Smithkline) che commercializzano i due vaccini contro il virus del papilloma.
A completare un quadro, già imbarazzante e viscido, arriva dalla radio pubblica svedese la denuncia che tre membri del comitato Nobel abbiano usufruito di speciali vantaggi personali, a spese del governo cinese: viaggi aerei, alberghi, soggiorni per spiegare ai medici di Pechino i criteri che supportano l’illustre riconoscimento svedese. Ci sono anche nomi e cognomi dei tre viaggiatori docenti: Pierre Bertil Fredholm, presidente del comitato per il Nobel della medicina; Borge Johansson del comitato Nobel della fisica e Sven Lidin della reale accademia scientifica e membro del comitato Nobel della chimica. Da sottolineare, tuttavia, che nessun cinese ha vinto, nel periodo sotto indagine (gli ultimi tre anni) il Nobel.
Dure, puntuali, prevedibili le reazioni e le smentite della accademia svedese e della multinazionale farmaceutica, nessun coinvolgimento, nessuna corruzione mentre la polizia e i giudici cercano di capire la verità. Ma la verità vera resta un’altra: il tedesco zur Hausen e i francesi Montaigner e Barré Sinossi sono medici e scienziati da onorare e ringraziare per avere scoperto e isolato virus che hanno lacerato giovani esistenze in ogni parte del mondo.
Quello che sta accadendo attorno a loro, con la consueta pubblicità di giudici, poliziotti e media, sarà materia di indagine e dibattito ma diventa marginale e miserabile rispetto alla grandiosità delle rispettive scoperte scientifiche. Alfred Bernhard Nobel saprebbe distinguere, anche usando la dinamite.
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