Trump: "Gli Houthi si sono arresi". La replica: "Stop a raid navi Usa, non contro Israele"

La notizia è arrivata alcune ore dopo la distruzione dell'aeroporto di Sana'a da parte di Israele. Il presidente Usa: "Ci fidiamo della loro parola, dicono che non vogliono più far saltare le navi"

Trump: "Gli Houthi si sono arresi".  La replica: "Stop a raid navi Usa, non contro Israele"
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La strategia di Donald Trump contro gli Houthi sembra aver funzionato. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che i ribelli yemeniti si sono arresi e che, per questo, lui fermerà la campagna di bombardamenti contro i territori da loro controllati nel Paese arabo.

“Gli Houthi hanno annunciato che non vogliono più combattere”, ha affermato il leader di Washington. “Semplicemente non vogliono combattere. E noi onoreremo questo, e lo faremo, fermeremo i bombardamenti. Loro hanno capitolato, ma soprattutto, ci fideremo della loro parola: dicono che non faranno più saltare in aria le navi”. Il presidente ha spiegato che la notizia è arrivata poco prima della sua dichiarazione nello Studio Ovale, e l’ha definita come “molto, molto positiva”.

Poco dopo, è arrivata la conferma dell'Oman. "A seguito di recenti colloqui e contatti tra il Sultanato dell'Oman e gli Stati Uniti e le autorità competenti a Sana'a, gli sforzi hanno portato a un accordo di cessate il fuoco tra le due parti", ha annunciato il ministro degli Esteri di Muscat. "In futuro, nessuna delle due parti prenderà di mira l'altra, comprese le navi statunitensi, nel Mar Rosso e nello stretto di Bab al-Mandeb". Gli Houthi, però, hanno precisato che non interromperanno gli attacchi contro Israele, ma solamente verso i vascelli degli Usa. "Il gruppo è pronto a interrompere gli attacchi contro le navi militari statunitensi se Trump fermerà i raid nello Yemen, ma le operazioni contro Israele a sostegno di Gaza continueranno", ha dichiarato l'alto funzionario del movimento Muhammad al Buhaythi.

Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, la campagna di raid aerei contro gli Houthi è aumentata considerevolmente in potenza. Negli ultimi due giorni, inoltre, gli israeliani hanno distrutto il porto di Hodeida e lo scalo internazionale della capitale Sana’a, in risposta al missile lanciato domenica scorsa contro l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Nei bombardamenti contro lo Yemen, l’aviazione dello Stato ebraico ha preso di mira, oltre alle strutture principali dei complessi portuali e aeroportuali, anche fabbriche di cemento usate per la produzione di armi e per la costruzione di tunnel e centrali elettriche.

Dopo l'ultimo attacco, che ha causato 3 morti e 38 feriti, il ministro della Difesa ebraico Israel Katz ha dichiarato che il raid voleva far passare il messaggio "che chiunque ci colpisca, noi lo colpiremo sette volte tanto ed è stato anche un avvertimento al capo della piovra iraniana: tu sei direttamente responsabile di ogni attacco sferrato dai tentacoli degli Houthi contro Israele e ne pagherai tutte le conseguenze".

Fonti locali hanno affermato che l'aeroporto è stato messo fuori uso. "Tre aerei su sette della Yemenia Airlines sono fuori uso e l'aeroporto internazionale di Sana'a è stato completamente distrutto", ha dichiarato un responsabile della struttura.

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