L'India ha lanciato la sua rappresaglia sul Pakistan dopo l'attacco terroristico dello scorso 22 aprile nel Kashmir indiano. Il governo indiano in una breve dichiarazione in cui rende noto che "di recente, le forze armate indiane hanno lanciato l'operazione Sindoor colpendo le infrastrutture terroristiche in Pakistan da dove venivano organizzati e diretti gli attacchi terroristici contro l'India". Sono 9 in tutto i siti colpiti dai missili indiani. Il Pakistan ha già risposto sparando colpi di artiglieria sul confine con l'India: ad annunciarlo è stato un funzionario che parla di "rappresaglia via aria e via terra". Secondo alcune fonti del Pakistan ci sarebbero morti tra i civili, di cui almeno un bambino, e nel frattempo è stato chiuso lo spazio aereo.
Il ministero indiano della Difesa ha dichiarato in una nuova nota che nel raid di Nuova Delhi sono stati presi di mira siti dove erano "stati pianificati attacchi terroristici contro l'India". Le azioni dell'India, ha aggiunto il ministro, "sono state mirate, ponderate e hanno la natura di un'escalation . Nessuna struttura militare pakistana è stata presa di mira. L'India ha dimostrato una notevole moderazione nella selezione degli obiettivi e nei metodi di esecuzione". Pronta la risposta di Islamabad alle dichiarazioni indiane: "È stato un attacco vile che ha preso di mira civili innocenti, colpendo nell'oscurità".
Queste le parole del tenente generale Ahmad Sharif, il quale ha spiegato che i razzi sono stati lanciati dall'interno del territorio indiano e che nessun aereo da guerra di Nuova Delhi è entrato nello spazio aereo pakistano. L'esercito indiano in un post sul X ha scritto: "Giustizia è fatta", senza fornire ulteriori dettagli. Da Delhi, a fronte della risposta di Islamabad, riferiscono che "il Pakistan viola nuovamente l'accordo di cessate il fuoco sparando con l'artiglieria a Bhimber Gali, nell'area di Poonch-Rajauri" ma "l'esercito indiano sta rispondendo in modo appropriato e calibrato". Sul conflitto è arrivata la reazione in tempo reale di Donald Trump, che rispondendo a una giornalista sul tema ha dichiarato: "È un peccato. Ne abbiamo appena sentito parlare mentre stavamo entrando nello Studio Ovale. Appena sentito.
Immagino che qualcuno si aspettasse che sarebbe successo qualcosa, in base a quello che è accaduto in passato. Stanno combattendo da molto tempo. Da moltissimi decenni. E, in realtà, da secoli, se ci pensi. Spero che finisca molto rapidamente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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