Una «via dolorosa» che porta alla pietà Rondanini, seguendo questo principio ispiratore è stato costruito il percorso espositivo della mostra «Rivoluzione Kenoclastica» di Christian Zucconi, ospitata al Castello Sforzesco. Omen nomen... il percorso infatti ferisce lo sguardo innocente dei bambini e la loro sensibilità. Per di più a tradimento: nessuno che entri a visitare il Museo di Arte antica del Castello si aspetterebbe mai di vedere arti mozzati, corpi dilanianti e sanguinolenti, organi genitali in primo piano. Certo non le famiglie né le maestre delle elementari che portano addirittura intere scolaresche a visitare il pian terreno della reggia degli Sforza. Anche perché la mostra non è preceduta da nessun cartello di avvertenza o indicazione. «Chi visita il Museo non può aspettarsi una simile esposizione - spiegano i custodi - ed è già successo che qualche visitatore esprimesse disagio e disappunto». Leffetto sorpresa è garantito.
La mostra, inaugurata venerdì scorso, promossa dal Comune di Milano e patrocinata dalla Regione Lombardia, è curata da Rudy Chiappini. Quattordici sculture dellartista piacentino dialogano con larte antica, accanto alla pietà Rondanini. Ma le famiglie che nel week end hanno affollato, come sempre, le 15 sale del piano terra, le più visitate dai bambini perché raccontano la storia di Milano ed espongono armi medioevali, non hanno per niente apprezzato, anzi si sono lamentate per leffetto che quelle sculture crude e impressionanti, avrebbero potuto avere sui piccoli. Vedendo lo sconcerto dei genitori e le facce spaventate dei bambini, gli operatori del Servizio sicurezza e sorveglianza del Castello hanno preso carta e penna e scritto allassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, al direttore centrale Massimo Accarisi, al direttore del settore musei Claudio Salsi, al responsabile dellufficio mostre Domenico Piraina e al responsabile del servizio di sicurezza e sorveglianza, per chiedere che la mostra venga spostata in un altro luogo.
Nella lettera i custodi esprimono perplessità rispetto alla scelta di esporre le sculture di Christian Zucconi al Museo di arte antica del Castello: «La tipologia delle opere - denunciano - potrebbe urtare la sensibilità non solo dei bambini che visitano le sale, ma anche di un adulto particolarmente impressionabile per la presenza di figure umane, smembrate, sanguinanti, teste mozzate, e di alcune figure con connotazioni sessuali di forte impatto». «La scelta dellallestimento in un luogo isolato, controllabile e appositamente preposto - continuano i rappresentanti Rsu Csa Musei - sarebbe stata secondo noi più opportuna e siamo sicuri che il problema verrà sollevato dal pubblico».
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