Cè un gioco delle tre carte allassessorato ai Lavori pubblici, su cui ora il ministero delle Infrastrutture dellex giudice di Mani Pulite Antonio Di Pietro vuole vederci chiaro. Terreni che sfuggono alle maglie del Nuovo Piano Regolatore per infilarsi nelle delibere di compensazione edilizia come volumetrie «gratuitamente cedute al Comune» per poi ricomparire completamente edificate dai privati nelle proposte tecniche allegate.
Un passaggio (che in soldoni vuole dire una speculazione da decine di milioni di euro) che salta il controllo della Ragioneria generale e su cui la Corte dei Conti in questi giorni ha deciso di aprire unistruttoria. Scrive il 10 gennaio scorso lonorevole Stefano Pedica, consulente politico di Di Pietro, a Roberto Morassut, assessore alla Pianificazione del territorio: «Ti invio copia della documentazione relativa alle delibere di giunta sulle compensazioni di Monti della Caccia e Casal Giudeo; in particolare viene richiesto un chiarimento sulla cessione di edificazione allamministrazione comunale che risulta nel primo caso pari a metri cubi 36.249 e nel secondo a metri cubi 11.274 e che sembra nella relazione tecnica diventare proprietà del proponente. Grato di un tuo cortese e sollecito riscontro, cordiali saluti». Ma di un cortese e sollecito «riscontro» dal Campidoglio finora neanche lombra. Tanto che Pedica nei prossimi giorni scriverà direttamente al sindaco Veltroni. Nel frattempo Morassut potrebbe essere già ascoltato dai magistrati di via Baiamonti. Casus belli i due indirizzi di delibera elaborati dal VI dipartimento per la «compensazione edificatoria del comprensorio Monti della Caccia attraverso la rilocalizzazione delle volumetrie nellarea di Morena» e quella di Casal Giudeo su Centrone. Sarà un caso ma delle tante proposte di compensazione deliberate dal 2003 a oggi dalla giunta rossoverde (vedi Tor Marancia, Torrino e Boccea) e approvate con o senza ricevere per tempo il parere dei parlamentini locali, queste si sono invece arenate di fronte allopposizione del presidente del X municipio, Sandro Medici, lex direttore del Manifesto in quota a Rifondazione comunista già «disobbediente» rispetto agli allineati compagni ulivisti. A Morena e Centrone, periferia di cinta al Gra sulle direttrici Anagnina-Tuscolana, il Comune vorrebbe autorizzare dunque unulteriore colata di cemento per quasi 100mila metri cubi. Come? Utilizzando, appunto, il sistema delle compensazioni in base al cosiddetto piano delle certezze (fuori dal nuovo Prg). Mettiamo che un costruttore individui un terreno destinato a verde pubblico o servizi, che prenda contatti con il proprietario e che stabilisca un accordo di acquisto superiore al valore di mercato. Secondo il piano il proprietario potrebbe avere solo un diritto di costruzione pari allo 0,06 mq/mq da realizzare su appena il 20 per cento del terreno, e il resto diventerebbe di proprietà comunale. Dopodiché, però, il costruttore, ben informato, va ad acquistare dei diritti edificatori su aree vincolate dal Piano delle certezze ed edificabili in base a coefficienti prestabiliti (0,30 mq/mq a esempio per Morena). Ora su quei parametri calcola le volumetrie ricollocabili dal terreno acquistato come se fosse tutto edificabile. Ebbene la differenza tra cubature ipoteticamente realizzabili e realmente edificabili riappare (36.249 per Morena e 11.274 per Centrone) nella proposta di delibera come cessione gratuita allamministrazione comunale. La sorpresa? Sta nelle tavole tecniche allegate dove le stesse cubature che uno si aspetterebbe destinate a scuole, giardini o servizi, sono trasformate in edilizia residenziale per mano dello stesso costruttore. Calcolando nel solo caso di Morena una valutazione di 700 euro al metro cubo, ne risulterebbe un affare da 25 milioni di euro di cui, però, nel testo di delibera non cè traccia.
alemarani@tiscali.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.