Influenza aviaria Pronta una task force e 35milioni di vaccini

Stanziati 5,5 milioni di euro. Potenziata la sanità veterinaria

Emanuela Ronzitti

da Roma

Stavolta l’Italia si alza in volata bruciando sui tempi tutti gli altri Paesi in materia di prevenzione e controllo contro il virus H5N1 dell’influenza aviaria, la malattia che ha sterminato negli ultimi mesi 150 milioni di volatili solo nel Sudest asiatico. Ieri, con l’approvazione del Consiglio dei ministri di un decreto legge ad hoc, strutturato per arginare il pericolo di una diffusione incondizionata del virus su tutto lo stivale - detto anche «peste aviaria» per la virulenza con cui colpisce - l’Italia ha ricevuto gli elogi dai vertici dell’Omg, l’organizzazione mondiale della sanità.
«Su questo l’Italia è in testa nel mondo per le misure che sta assumendo per contrastare il virus dei polli» ha esordito soddisfatto il presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi un attimo dopo l’approvazione del pacchetto sanitario anti-pandemia. Un pacchetto che stanzia per la prevenzione, dopo il via libera del ministro dell’Economia Siniscalco, ben 50 milioni di euro complessivi a carico del ministero della Salute, di cui solo un 10% è a carico delle Regioni. L’immediata risposta da parte del governo arriva esattamente venti giorni dopo l’imprinting decisivo sferrato dal ministro della Salute Francesco Storace che era subito corso ai ripari preannunciando in tempi brevissimi lo stanziamento di risorse da parte del suo dicastero per l’acquisto di una prima dose di farmaci antivirali. Ben 185mila cicli terapeutici in grado di trattare già il 10% della popolazione italiana nell’eventualità che si diffondessero casi di pandemia fulminea. Un’operazione possibile anche grazie ad un accordo siglato dal ministro con tre case farmaceutiche addette alla messa a punto del vaccino contro la «peste aviaria».
Oltre questo, anche un rafforzamento degli atti di prevenzione e il blocco delle importazioni di carni dai Paesi contaminati. La corsa ai ripari da parte del titolare alla Salute è ora più che mai giustificata dai primi casi scoppiati proprio nel nord Italia, ora al vaglio dei veterinari, anche se, rassicura Storace, «sono casi a bassa patologia, ciò accade da anni anche se viene ignorato, ma non si è mai verificata nel nostro Paese la trasmissione da uomo a uomo», tuttavia precisa che «l’allarme non va sottovalutato». Per fronteggiare il rischio di una trasmutazione del virus a danno dell’uomo sono state aggiunte nuove e decisive voci all’interno del testo approvato ieri dal Consiglio dei ministri: l’istituzione di un Centro nazionale di lotta alle malattie animali e di un Dipartimento di sanità veterinaria. E ancora, il rafforzamento degli organi dei Nas e dei veterinari del ministro della Salute. «Il potenziamento nel comparto della sanità veterinaria con l’assunzione attraverso concorso - spiega Storace - di 60 medici veterinari con contratto a tempo determinato e 50 operatori esperti di prevenzione e di assistenza». Per quanto riguarda invece l’organico dei carabinieri dei Nas «questo verrà aumentato di 96 unità» aggiunge il ministro al fine di garantire «i controlli alle frontiere sulle carni importate e l’eventuale ingresso di animali clandestini». Il dl, inoltre, autorizza definitivamente la spesa per l’acquisto dei farmaci antivirali. Non va tralasciato poi lo stanziamento di 5,5 milioni di euro solo per l’ulteriore acquisto di 35 milioni di dosi di vaccino che copriranno l’80% della popolazione. «Occorrerà affrontare il problema quando si presenterà la pandemia» ha concluso Storace dopo aver riaffermato che il nostro Paese è quello che finora si è assicurato la maggior quantità di dosi di vaccino disponibile.

In serata anche il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno frena sul rischio di contrarre il virus cibandosi di carne di pollo in Italia. «Il pericolo è molto ridotto», ma rimarca che per rafforzare questa garanzia «da metà ottobre» verrà resa obbligatoria «l’etichettatura sull’origine dei prodotti».

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