I giornali di oggi saranno pieni di commenti indignati contro Beppe Grillo che ieri ha usato e storpiato i simboli dell'Olocausto per attaccare Napolitano, Renzi e Berlusconi. Più che indignarmi, la cosa mi annoia. È solo l'ennesima cretinata di un cretino in cerca di visibilità su quegli stessi giornali e telegiornali che dice di odiare e che vorrebbe mettere al rogo. Grillo è un cretino col botto ma noi lo siamo ancora di più se continuiamo a dargli spago e visibilità sul nulla che dice e che scrive. Abbiamo compassione per i cocainomani in crisi di astinenza, possiamo averne anche per questo grassone egocentrico e vuoto, pure se dovesse vincere tutte le elezioni da qui all'eternità. Grillo è solo un fenomeno da baraccone, dovrebbe esibirsi al circo, non al Parlamento. Oppure fare coppia con Vauro da Santoro, che poi è la stessa cosa.
Basta con la retorica del grillismo «vento salutare» per scuotere il paese. Invece di fare da megafono alle sue panzane, ricevendo in cambio solo schiaffoni, noi giornalisti dovremmo fare lo sforzo di capire meglio chi è e chi è stato questo signore, se nella sua lunga carriera da artista girovago ha magari percepito compensi in nero, come è facile che avvenga in quel mondo, se ha sempre pagato tutte le tasse, se la sua vita privata è specchiata come lui sostiene eccetera, eccetera.
Quasi la metà degli elettori di Grillo - rilevano i sondaggi - è deluso di averlo votato e non ha ancora deciso cosa fare alle prossime elezioni. Mi sorprende l'altra metà, quella convinta che il paese in mano al comico di Genova sarebbe migliore. Non lo sopporta più neppure Pizzarotti, il sindaco di Parma capostipite del grillismo vincente.
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