Esattamente venti anni fa gli italiani andavano a votare per le elezioni Politiche (5-6 aprile 1992). Furono le ultime elezioni con il sistema proporzionale ma anche le ultime della cosiddetta Prima Repubblica. La Lega Nord esplose, conquistando l'8,65% dei voti e portando a Roma 55 deputati e 25 senatori (cinque anni prima i parlamentari in camicia verde erano solo due, il senatùr Umberto Bossi e l'onorevole Giuseppe Leoni). Le elezioni del '92 si svolsero in un clima arroventato per gli scandali di Tangentopoli, l'inchiesta iniziata nel febbraio dello stesso anno con l'arresto di Mario Chiesa. Eppure, nonostante quel primo pesante scricchiolio, il quadripartito che sosteneva il governo ottenne il 48,85% dei voti (331 seggi alla Camera e 163 al Senato). Venti anni fa iniziò la grave crisi che nel giro di due anni avrebbe spazzato via i partiti che per 45 anni avevano retto le sorti del Paese: per la prima volta la Dc scese sotto il 30%, fermandosi al 29,65%, il Psi prese il 13,62%. Fu anche la prima volta senza il Pci, con la falce e martello che si divise in due: il Pds (16,10%) e Rifondazione comunista (5,61%).
Venti anni dopo la Lega si trova in grave difficoltà, con il suo fondatore e leader indiscusso costretto a farsi da parte, in imbarazzo per gli scandali legati alla gestione "allegra" dell'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. Doveroso attendere gli sviluppi dell'inchiesta e gli eventuali processi che seguiranno. Resta il fatto che l'immagine di "purezza" della Lega, la diversità rispetto a Roma ladrona su cui per anni il partito del Nord ha basato le proprie fortune, è finita. Da qui a un anno, con le politiche, vedremo quali saranno le conseguenze elettorali. E scopriremo anche quale peso avrà avuto Renzo, figlio del segretario e consigliere regionale in Lombardia, nel declino - o meno - della Lega.
Venti anni fa Bettino Craxi, leader del Psi, si incamminava verso la propria fine politica (il primo duro colpo fu il mancato incarico di formare il nuovo governo, che il presidente Scalfaro volle invece affidare a un altro socialista, Giuliano Amato). Oggi suo figlio, Bobo Craxi, commenta così la crisi della Lega: "Il 5 aprile 1992 finiva la prima Repubblica, il 5 aprile di vent’anni dopo finisce la seconda. La rivoluzione italiana - aggiunge - o produce una nuova politica nel segno del rinnovamento correggendo errori e incoerenze, oppure troverà spazio il dominio incontrollato del potere manovrato dalla finanza e dalle sue connessioni".
Corsi e ricorsi della storia. Venti anni fa Claudio Martelli, "delfino" di Craxi e autorevole ministro del governo (era il Guardasigilli), sfidò il leader del suo partito, dicendo di voler "restituire l'onore ai socialisti", travolti dagli scandali di Tangentopoli. Poi cadde anche lui, insieme al Psi.
Roberto Maroni, che triumvirato a parte è il segretario in pectore della Lega, da mesi va dicendo che bisogna fare pulizia (è stato lui uno dei primi a volere la testa di Belsito). Però molti leghisti gli chiedono: tu dove sei stato fino ad ora, non ti sei accorto di nulla? Accadrà anche al Carroccio quanto è accaduto ai socialisti?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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