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Anche Alfano sponsorizza gli aiutini ai De Benedetti

L’emendamento alla legge di Stabilità che vuole concedere cento milioni a Sorgenia èa doppia firma: non c’è solo quella del Pd ma pure quella di Ncd del vicepremier

Anche Alfano sponsorizza gli aiutini ai De Benedetti

Si chiama 6.3000. È l'emendamento salva-Sorgenia alla legge di Stabilità presentato lo scorso 24 novembre in commissione Bilancio del Senato dai relatori, l'Ncd Antonio D'Alì e il Pd Giorgio Santini. Il testo è apparentemente innocuo nella sua enigmaticità: «L'Autorità per l'energia elettrica e il gas - recita - con effetto dal 2014, definisce le modalità d'integrazione del corrispettivo di cui all'articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 19 dicembre 2003, n. 379, senza nuovi o maggiori oneri per prezzi e tariffe dell'energia elettrica». Il significato sono un centinaio di milioni per la Sorgenia, il gestore dell'energia che per l'80 per cento appartiene alla Sorgenia Holding, la quale a sua volta è controllata per il 65 per cento dalla Cir di Carlo De Benedetti, l'editore di Repubblica (il restante 35 è degli austriaci di Verbund).

Spieghiamo: quello che il comma dell'emendamento (espresso nel comma 99 del maxiemendamento) garantisce a partire dal prossimo anno è il cosiddetto capacity payment. Un risarcimento per le centrali non rinnovabili costrette in panchina. La normativa infatti dà la priorità all'energia rinnovabile, quella vetusta fa da polizza assicurativa per eventuali insufficienze produttive, ma viene premiata per il fatto di esistere. Un giochino che interessa Enel e anche altri gestori, ma soprattutto Sorgenia. Che conta su quattro centrali, ad Aprilia, Termoli, Modugno e Turano, tutte con ciclo combinato a gas naturale e con una capacità di 2.370 Mw. Il calcolo lo abbiamo già fatto ieri: se il capacity payment sarà di 35mila euro a Mw, il regalino del governo alla Sorgenia di De Benedetti sarà di circa 100 milioni.

Il governo, sì. Perché l'emendamento è firmato da due senatori di Ncd e Pd, ma come ci spiega un senatore di Fi, è chiaramente di ispirazione governativa. «L'emendamento è stato presentato fuori tempo massimo. Cosa che si può fare, purché lo facciano o il governo o i relatori. Ma il primo deve presentare una relazione tecnica e i secondi no.

Così, spesso il governo chiede a parlamentari compiacenti di farlo per loro». Soprattutto se appartengono ai partiti che compongono la spina dorsale dell'esecutivo.
La partita però non è chiusa. La legge di Stabilità è infatti un cantiere a cielo aperto e Sorgenia teme che tra sbianchettamenti e correzioni il tanto caro comma 99 possa sparire. Per questo i lobbisti di Sorgenia e delle altre aziende elettriche si stanno dando molto da fare a Montecitorio, dove la legge di Stabilità è in discussione. E il cuore delle attività (legittime, per carità) di lobbying è la commissione Attività produttive, il cui presidente è il fresco ex segretario del Pd Guglielmo Epifani e il Pd ha 21 membri su 46. Che diventano 28 se si contano i 3 Sel, i 2 Sc e i 2 Ncd. E c'è chi garantisce che quel comma stia molto a cuore alla maggioranza della commissione. «Scommetto che il comma 99 resterà - ci confessa un deputato di Fi - al massimo cambierà il meccanismo di remunerazione del capacity payment.

Attualmente il conto lo pagherebbero soprattutto le fonti rinnovabili (infatti il comma è stato definito ammazzarinnovabili), magari si troverà un nuovo sistema». Ma state pur certi che quei soldi a Sorgenia arriveranno.

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