Malindi È l'emblema del lusso Flavio Briatore. Il nome evoca il brand «arrogante, ma vero» (ipse dixit) Billionaire, le magnum di champagne al tavolo del magnate russo, le nottate a Porto Cervo, la parata di donne e di glamour scientificamente progettata per il massimo riscontro possibile, di gossip e di vita.
Solo che Briatore è anche uno che campa di glamour, ma conosce i fatti: racconta di quanto costa ai suoi ristoranti una bottiglia di vino e dove bisogna comprare la carne, è lì quando si butta una colata di cemento, o si trapianta una palma. Per lui la ricchezza non è un'aspirazione o un mondo fatato, è un mestiere: fare molti soldi spendendo molti soldi. Incidentalmente questo crea posti di lavoro e indotto.
In questi giorni Briatore ha inaugurato, in Kenya, il Billionaire Malindi Beach, che affianca la sua residenza storica africana, il Lions in the sun. Un ettaro di appartamenti ben mimetizzati nel bush vicino alla spiaggia, un investimento da 25 milioni di euro. «Ci hanno lavorato 600 persone per tre anni per costruirlo» racconta. «Ora restano 150 dipendenti fissi, di cui 30 italiani, gli altri kenioti».
Perché il Kenya?
«È un paese che cresce, l'8 per cento l'anno. C'è un governo giovane e c'è voglia di fare. Ci sono solo due ore di differenza di fuso orario, entro due anni avremo un aeroporto qui a Malindi. Io so cosa vogliono i ricchi: non mettersi le scarpe per dieci giorni».
Adesso apre a Malindi, e si dice che abbia ceduto Porto Cervo. Fuga dall'Italia?
«Ma quale fuga! Ho venduto il 50 per cento della holding, di cui fa parte, tra l'altro, il Billionaire in Sardegna. Tutti adoriamo l'Italia, è il più bel paese del mondo. Non ho intenzione di dismettere le mie attività italiane, ma è anche vero che lo sviluppo lo sto facendo all'estero: in Kenya, a Zanzibar, poi a Dubai e a Goa. Bisogna lavorare nei paesi in cui i sono le condizioni per farlo».
E da noi?
«Questo resort qui l'abbiamo costruito in tre anni, in Italia ci avemmo messo tre-quattro anni solo per i permessi, e poi quattro o cinque anni per costruirlo. Troppa burocrazia».
Con il governo Letta cambierà qualcosa?
«Stimo Enrico Letta, e mi fa piacere che con lui, Matteo Renzi e Alfano stia arrivando una generazione giovane: spero spariscano presto i vari Bersani, D'Alema, eccetera. Ma non basta: il problema è che in Italia la politica non incide. Quando Letta è arrivato in Sardegna era nei guai per la vicenda Cancellieri, ed era costretto a difendere la sua posizione dagli attacchi. Se uno è costretto a difendere la sua posizione tutti i giorni non ha tempo di fare nient'altro».
E lei cosa ha fatto dopo il disastro in Sardegna?
«Ho messo a disposizione 14 appartamenti del Billionaire per le famiglie che avevano perso la casa. Poi ho fatto una sottoscrizione presso i nostri clienti. Abbiamo raccolto 140mila euro, speriamo di arrivare a 200mila. Daremo dei buoni alle famiglie, circa 2.500 o 3.000 euro, per ricomprarsi gli elettrodomestici di casa. Il resto lo deve fare il governo».
Il governo parla spesso di segnali di ripresa dell'economia....
«Sono solo pubbliche relazioni. La gente si sente presa in giro. O abbiamo trovato il petrolio nella zona del Chianti e nessuno ce lo dice, o se no vuol dire che con questi annunci ci prendono in giro. La Spagna si sta riprendendo, ma ha fatto delle riforme. In Italia non si è fatto assolutamente niente per agevolare la ripresa».
A suo tempo aveva manifestato simpatia per Grillo. L'ha delusa?
«Dice cose che pensiamo in tanti. Solo che oltre che urlare bisogna fare.
Quindi?
«Quindi la gente, e io per primo, ha la sensazione che chiunque voti non succede niente. Non bisogna stupirsi se poi vengono fuori movimenti come quello dei Forconi».
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