Alfano fa la stampella del Pd: "Ma dateci un anno di tempo"

Le lacrime di coccodrillo del vicepremier: "Doloroso lasciare il Cav". E tra i suoi spuntano i primi timori sul rischio di perdere consensi

Alfano fa la stampella del Pd: "Ma dateci un anno di tempo"

Roma - Obiettivo primavera 2015. Angelino Alfano, con la compagine dei parlamentari fuoriusciti dal Pdl, detta una prima scadenza per il governo Letta di cui è ormai ufficialmente stampella e strumento di sopravvivenza e propone un suo personale «contratto con gli italiani». «Io offro un patto: fra 12 mesi verificheremo se con questo esecutivo saranno state realizzati gli obiettivi della legge di Stabilità e le altre nostre priorità come cambiare la legge elettorale, ridurre la disoccupazione e far scendere il debito e poi valuteremo». Il messaggio, dettato in una conferenza stampa presso la Stampa Estera (da Via dell'Umiltà a Via dell'Umiltà fa notare qualcuno), è chiaro: il governo va avanti, non illudetevi di tornare alle urne prima di un anno e mezzo, fino ad allora faremo di tutto per mantenere in vita l'esecutivo. Un lasso di tempo necessario a creare un partito che «non ha né soldi né strutture ma soltanto idee», «vuole presentarsi alle Europee con una propria lista» e «vuole creare un grande centrodestra», alleandosi con Forza Italia e proponendo primarie di coalizione. Un partito che «programmerà per le prossime settimane una grande convention (probabilmente a Roma, ndr) nella quale presenteremo il simbolo che entrerà nel cuore degli italiani» perché, chiosa, «il futuro siamo noi».

La road map non manca di suscitare qualche preoccupazione tra gli ex «innovatori» ora costituitisi nel gruppo parlamentare del «Nuovo Centrodestra». «È evidente che noi ci assumiamo rischi altissimi in termini di consenso» spiega un deputato. «Dopo la decadenza Berlusconi andrà all'opposizione e il governo si reggerà grazie a noi. In sostanza ci prendiamo il peso della governabilità e incrociamo le dita che Renzi non decida di far saltare il banco». Al netto di questi timori Alfano detta un percorso incardinato nel centrodestra e prova a scacciare i sospetti di una convergenza con i «popolari» di Mario Mauro, fuoriusciti da Scelta Civica. «Alle Europee andremo ciascuno con la propria divisa, per il resto le porte sono aperte». È chiaro, però, che il primo passo di un percorso di avvicinamento è stato consumato. Fin qui il dato politico. Ma di fronte a una separazione così eclatante come quella tra Silvio Berlusconi e il suo ex «delfino», è inevitabile soffermarsi sul portato umano dello strappo. Dopo le parole del fondatore di Forza Italia - che, in privato, amareggiato, lo ha definito come «un figlio» - Alfano non nasconde che la scelta sia stata «dolorosa e amarissima». Ribadisce che voterà «contro la decadenza di Berlusconi». E aggiunge: «Io sono molto grato e molto riconoscente verso il presidente al quale, nel mio piccolo, ho dato tutto. Con i padri spesso si litiga ma l'affetto resta». Ma «noi siamo dove ci ha portato il presidente Berlusconi. Fu lui a Bari a dire: “O un governo forte o elezioni subito”». Poi nel mirino ci finiscono i falchi. Ma si tratta di un capitolo ormai chiuso. Ora si pensa piuttosto a creare una rete sul territorio, a trovare finanziatori e a mettere in moto la macchina del reclutamento. Finora le adesioni parlamentari ammontano a 30 senatori e 27 deputati ma, fanno capire, dopo la decadenza di Berlusconi potrebbe aggiungersi qualche altro parlamentare. Si profila anche una querelle sul nome. «Nuovo Centrodestra» è un marchio già registrato da Italo Bocchino all'Ufficio marchi e brevetti dall'8 marzo 2011 e per 5 anni il copyright spetta a lui in via esclusiva.

Il 31 ottobre scorso Alfano, rivela l'AdnKronos, attraverso un suo fedelissimo di Agrigento avrebbe presentato lo stesso «brand», ma la domanda probabilmente verrà respinta. Gli alfaniani, però, non si mostrano preoccupati, perché, spiegano «si tratta di una denominazione provvisoria. In quella definitiva è probabile un richiamo esplicito al Partito popolare europeo».

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