Il contratto di coalizione, il premier Enrico Letta non lo ha ancora messo a punto. Ma le premesse non fanno pensare che l'operazione possa andare a buon fine. I due azionisti di maggioranza, il vicepremier Angelino Alfano e il segretario piddì Matteo Renzi, si punzecchiano a distanza su quello che sicuramente sarà uno dei pilasti di "Impegno 2014": la riforma del mercato del lavoro. Al "Jobs act" del sindaco di Firenze, il leader del Nuovo centrodestra risponde con una secca bocciatura: "Il Pd deve avere coraggio. Chiediamo al Pd di non proporci idee e regole da Novecento, perché la prima eco della proposta Jobs act ci sembra molto somigliante a proposte del passato".
Alfano specifica che al momento non si conoscono i dettagli esatti del "Jobs act" ma, vedendone le anticipazioni, non si esime certo dal bollare la proposta a cui sta lavorando Renzi come "timida" perché troppo "legata alla Cgil e al secolo scorso". "La nostra è più moderna", aggiunge il leader del Nuovo centrodestra che, nella conferenza stampa a Savelletri ha presentato insieme a Maurizio Sacconi un piano del lavoro alternativo. Piano in dieci punti programmatici che verrà presentato a Letta, sottoforma di disegno di legge, nell’ambito della trattativa per il patto di governo. Il primo punto delle quattro linee su cui è sviluppato il piano del Nuovo centrodestra è stato sintetizzato da Sacconi nello slogan "liberare il lavoro per liberare i lavori". "È il discorso sulle regole - spiega l'ex ministro - semplificare, liberare apprendistato e anche lavoro a tempo indeterminato". A partire dal superamento dell’articolo 18. Il Nuovo centrodestra punta, poi, a liberare la contrattazione in azienda a livello individuale e collettivo. La seconda linea di programma riguarda, invece, la tassazione sul lavoro. "Va detassato il lavoro produttivo per aumentare i salari. Partecipare per guadagnare", spiega Sacconi riferendosi al salario di produttività. Il partito di Alfano vuole, poi, proporre a Letta di premiare chi occupa per aiutare chi non lavora. "Tutti i sussidi - spiega Sacconi - possono diventare un premio per il datore lavoro che assume il sussidiato".
La quarta e ultima linea di programma riguarda la generalizzazione dell’assicurazione obbligatoria e gli investimenti sulle conoscenze. "Quando se non di fronte a una grande crisi dell’occupazione dovremmo andare oltre il vecchio Novecento liberandoci dai pregiudizi?", conclude Sacconi lanciando una sfida al Pd di Renzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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