Alfano al Tg1: "Pdl contrario alla retroattività della legge Severino"

Il segretario del partito chiede al parlamento e al Pd di cambiare idea sulla norma: "Il Pdl è fortemente contrario a questa applicazione". La Santanchè a Napolitano: "Sia arbitro della Costituzione e non giocatore"

Alfano al Tg1: "Pdl contrario alla retroattività della legge Severino"

In un'intervista al Tg1, il segretario del Pdl Angelino Alfano torna a parlare della legge Severino e a criticare l'impostazione che vorrebbe una valenza retroattiva della norma.

"Siamo fortemente contrari a questa applicazione", spiega il ministro dell'Interno, portavoce dell'opinione del centrodestra "e speriamo davvero che il Parlamento e il Partito Democratico correggano la propria impostazione". Alfano ha definito la Severino una "legge molto afflittiva", sottolineando la "inaccettabile sproporzione tra i due anni stabiliti dai giudici di Milano" come interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi e "i sei previsti dalla legge Severino". Nei giorni scorsi l'avvocato di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, aveva ribadito dopo la sentenza d'Appello del tribunale di Milano, di ritenere la legge Severino incostituzionale e annuncio di volere ricorrere in Cassazione sulla decisione relativa alla pena accessoria nei confronti del Cavaliere.

All'indomani dell'ennesimo attacco giudiziario messo in atto dalla Corte d'Appello di Milano con la sentenza lampo sull'intedizione dai pubblici uffici (pena accessoria al processo sui diritti tv), Daniela Santanché ha puntato il dito contro quei partiti che, pur di far fuori Berlusconi, stanno mettendo a repentaglio la pacificazione e le larghe intese fortemente volute dal Cavaliere. "In Italia ci sono dei traditori - ha spiegato la deputata del Pdl nel corso della trasmissione L'arena su Rai 1 - primo è il Pd perchè è venuto meno ai patti.

Poi c'è il presidente della Repubblica, che sta facendo il suo secondo mandato perché lo ha proposto Silvio Berlusconi, ma la pacificazione di cui aveva parlato non c'è". Da qui l'appello al capo dello Stato: "Ora deve mantenere la parola data e deve essere arbitro della Costituzione e non un giocatore".

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