L'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è legge: questa mattina la Camera ha votato a maggioranza il decreto del governo Letta, già approvato dal Senato, che sostituisce il finanziamento diretto e indiretto ai partiti con agevolazioni fiscali sulle donazioni dei cittadini e destinazione volontaria del 2 per mille. Il cofinanziamento dello stato, che dal 2012 affiancava i rimborsi elettorali secondo un criterio proporzionato alle capacità di autofinanziamento dei partiti, verrà quindi abolito. I contributi diretti ai partiti cesseranno però del tutto solo a partire dal 2017, quando si concluderà il processo di riduzione graduale del finanziamento.
La nuova legge impone inoltre ai partiti di adottare nuovi statuti che garantiscano la democrazia interna, e istituisce un registro nazionale dei partiti che accedono ai benefici previsti per legge. È stato inoltre stabilito un tetto di 100mila euro per le singole donazioni e una detrazione fiscale del 26% per le erogazioni liberali da 30 a 30mila euro; il nuovo provvedimento dispone inoltre l'assoggettazione all'Imu degli immobili di proprietà dei partiti. Contro il finanziamento pubblico, introdotto nel 1974 con la legge Piccoli, si era espresso il referendum abrogativo del 1993, che ne stabiliva l'abolizione.
Il Movimento 5 Stelle, che nelle sedute di ieri aveva tentato di mettere in atto un durissimo ostruzionismo, ha protestato veementemente contro l'approvazione del nuovo provvedimento. "Tacciateci di populismo, qualunquismo, demagogia. Ma noi vogliamo l’abrogazione immediata del finanziamento pubblico essendo affezionati al responso referendario. Vogliamo porre tetti rigorosi e autentici alle donazioni private per non regalare la politica al potere delle lobby. Vogliamo" – dicono i deputati 5 Stelle – "Eliminare nel tempo la cassa integrazione riservata per sempre al personale dipendente delle forze politiche, fonte di discriminazione verso tutti i lavoratori di realtà produttive privi di ammortizzatori sociali. E vogliamo la restituzione integrale dei 2,7 miliardi di euro percepiti illegittimamente a spese dei cittadini a partire dal 1994, alcuni dei quali impiegati per sprechi inauditi degni dei vizi peggiori del genere umano. Vogliamo gridarlo a Matteo Renzi che senza pudore mente sostenendo che oggi le sovvenzioni statali vengono abrogate.” I parlamentari grillini hanno inoltre esposto alcuni cartelli di protesta raffiguranti Matteo Renzi nelle vesti di Pinocchio, completati dalla didascalia: "Bugia n.1. Se vince Renzi aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti.". Gli onorevoli stellati hanno inoltre esibito cartelli con la scritta "Mollate il malloppo", immediatamente rimossi dai commessi.
Critiche sono state espresse anche dalla Lega Nord, che chiedeva "più coraggio" nell'abolire il finanziamento pubblico: "La Lega Nord voterà contro questo provvedimento perchè doveva essere più incisivo e bisognava avere più coraggio. Ad esempio sulla trasparenza per gli stipendi dei funzionari dello Stato, dei burocrati e sui bilanci dei sindacati. Perchè non avete voluto normare i bilanci dei sindacati dal momento che anche loro ricevono soldi pubblici? Ancora una volta alle tante parole di questa maggioranza non sono seguiti i fatti. Purtroppo, ancora una volta, è stata persa una grande occasione", ha dichiarato in aula il vicepresidente dei deputati del Carroccio Matteo Bragantini.
Commenti favorevoli sono invece giunti dal Nuovo Centrodestra, che con Antonio Leone ha commentato: "Con il decreto per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti riportiamo il Parlamento al centro della produzione politica e legislativa. Speriamo che sia segua questa strada anche per le future riforme."
Forza Italia e socialisti hanno ritirato tutti gli emendamenti che avevano presentati, mente Fratelli D'Italia si è astenuto e Sel ha votato contro. Favorevole al provvedimento, invece, il gruppo di Scelta Civica.
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