Dopo il venerdì nero, un lunedì nerissimo. I mercati temono che Madrid possa essere il prossimo paese a dover chiedere il piano di salvataggio a Fondo monetario internazionale, Bce e Unione europea, mentre Atene da settembre potrebbe non avere più fondi a disposizione rischiando, in questo modo, l’uscita dall’euro. Nell'impotenza dell'Eurotower dinnanzi alla speculazione che sta mettendo in ginocchio le principali piazze finanziarie del Vecchio Continente, il presidente del Consiglio Mario Monti è volato in Russia a firmare in contratti. Dice che vuole occuparsi di economia reale, che lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi è virtuale e che bisogna far sì che gli investitori esteri tornino a innamorarsi dell'Italia. Eppure è stato proprio il governo dei Professori, tanto osannato dagli organi internazionali per aver fatto tutti i compitini a casa, ad aver abbattuto l'economia reale a suon di nuove tasse e imposte sempre più pesanti.
La situazione è tutt'altro che rosea. Tutti i dati macroeconomici dicono la stessa cosa: il Professore ha fallito. Il pil non è ripartito, la speculazione continua a mordere i nostri risparmi abbattendo il valore di mercato dei nostri "gioielli", la disoccupazione continua a crescere inesorabilmente. Tutto questo ci dice che le ricette adottate da Monti a Roma e dai big dell'Unione europea a Bruxelles non sono serviti a nulla. Lo scudo anti spread non è ancora in vigore, la Germania continua a premere sulla linea del rigore, il contagio si sta allargando. Dopo la Grecia, adesso sempbra proprio toccare la Spagna. le banche a un passo dal default, i Bonos alle stelle e le proteste di piazza a Madrid ricordano - troppo da vicino - la tragedia ellenica che ha contribuito a trascinare il Vecchio Continente nel baratro. "Proprio la situazione difficile nella quale versa l’Europa e in particolare l’eurozona è per noi motivo in più per cercare rapporti solidi nell’economia reale, industriale e commerciale", ha commentato Monti in viaggio a Mosca per trovare investitori esteri che credano ancora nel sistema Italia. Già, l'economia reale. Ma non è proprio l'economia reale che il governo dei tecnici ha contribuito a buttar giù a suon di nuove tasse? Oltre ai numeri stratosferici registrati da Piazza Affari, anche il fisco ha incassato, nell'era Monti, un triste primato (mondiale). Il 55% dei nostri guadagni se ne vanno in tasse. I nuovi balzelli introdotti dal governo hanno contribuito a minare l'economia reale più di quanto non stia facendo la speculazione.
Insomma, dopo averci riempiti di tasse, imposte e balzelli lo "statista" Monti vuole puntare sull'economia reale. "Il nostro paese si basa sui fondamenti solidi - ha detto Monti - anche se è vero che abbiamo il debito estero più alto, è vero altresì che il livello dei debiti privati dei cittadini è uno dei più bassi in Europa, grazie ai risparmi accumulati nei decenni dalle famiglie italiane". D'altra parte l’Italia resta pur sempre la terza più grande economia in Europa e la settima nazione più sviluppata industrialmente. Tuttavia, vuoi la crisi economica vuoi l'imponente pressione fiscale, i risparmi accumulati per anni dalle famiglie italiane si stanno assottigliando.
Non a caso, in una intervista al Giornale, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha fatto sapere che il peggio deve ancora arrivare: "Prevedo un calo vicino ai tre punti". Questa è l'economia reale. E i dati non sono buoni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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