Berlusconi: "Io in esilio? Mai. In campo se si vota nel 2015"

Frecciata ai giudici del leader di Fi alla presentazione del libro su Craxi: "Lo leggerò quando sarò in carcere...". Le nomine dei vertici del partito slittano a dopo l'Epifania

Berlusconi: "Io in esilio? Mai. In campo se si vota nel 2015"

«Non ho perso la speranza che si possa votare a maggio, perché non credo che il Paese sia in grado di reggere con un governo inerte. Ma se davvero le Politiche si dovessero fare nel 2015 come vuole Enrico Letta per me potrebbe anche andare meglio. A quel punto, infatti, avrei scontato la mia condanna, che siano servizi sociali o arresti domiciliari. E pur non potendomi candidare per colpa della Severino nessuno mi potrebbe impedire di essere in prima linea come leader del centrodestra». Pubblicamente Berlusconi continua a puntare il dito contro la magistratura e la mancanza di democrazia in Italia, ben consapevole che il rischio che finisca presto agli arresti domiciliari è più che concreto. In privato, però, ragiona in prospettiva e non esclude affatto la possibilità di un ritorno alle urne e di una campagna elettorale da giocare all'attacco.

Così, quella che due anni fa era la teoria dello «spacchettamento» oggi è diventata la strategia del multiprodotto. Con il Cavaliere che continua a non cambiare approccio e va avanti a teorizzare la necessità di diversificare l'offerta politica. E se nel 2011 l'obiettivo era sciogliere il Pdl per poi rimettere in campo più partiti, oggi il Cavaliere vuole iniziare a costruire nel concreto lo schema con cui il centrodestra si presenterà alle prossime elezioni politiche: Forza Italia, i Club Forza Silvio, ma pure un partito No Euro, un possibile Forza Nord e, infine, il Ncd. Perché per quanto la rottura con Alfano il Cavaliere l'abbia subita, allo stato è molto probabile che il vicepremier corra comunque insieme al centrodestra. Anche se all'ex delfino non ha lesinato una stoccata durante la cena con i senatori che si è tenuta giovedì sera. Non solo il leader di Forza Italia avrebbe manifestato qualche perplessità sul simbolo del Ncd ma si sarebbe pure spinto a dire che «Alfano lo vuole modificare». Nel senso che «pensa di togliere la “D” e lasciare la scritta “NC” di Nuovo Centro».

In prospettiva anti-Renzi, intanto, l'ex premier sta puntando su volti nuovi ed energie fresche, scatenando più di qualche tensione all'interno di Forza Italia. Il timore, infatti, è che Berlusconi guardi soprattutto ai Club come good company, da utilizzare per lanciare le nuove leve. Tanto che, nonostante le fortissime pressioni dei big di piazza San Lorenzo in Lucina, bisognerà aspettare almeno l'Epifania per la nomina dell'Ufficio di presidenza di Forza Italia. Una decisione che Berlusconi sta rimandando da settimane forse anche perché i suoi desiderata non coincidono con quelli dei vertici del partito.

Ma ieri per il Cavaliere è stata anche la giornata degli affondi alla magistratura. L'occasione è la presentazione del libro Bettino Craxi dunque colpevole, che - dice Berlusconi - «mi riservo di leggere quando sarò in galera e avrò molto tempo a disposizione». «In una situazione drammatica ci salva solo un po' di ironia», aggiunge prima di ribadire che in Italia «non c'è democrazia». E ancora: «Comprendo Craxi, fu un uomo giusto e non si arricchì. Ma io non andrei mai all'estero per evitare una carcerazione. Sarei colpevole nei confronti di chi mi ha dato il voto». Nessun esilio, dunque.

Ma un Berlusconi che assicura di voler «continuare a lottare» nonostante «questa magistratura si sia data la missione di percorrere la via giudiziaria al socialismo contro il capitalismo borghese». Insomma, «il popolo ha diritto di avere la democrazia ma solo quando c'è al governo un partito di sinistra». Questo secondo l'ex premier prevede «un accordo Pd-giudici che ha il solo obiettivo di assassinarmi».

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