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Berlusconi: "Monti in politica? Una scorrettezza inaccettabile"

Berlusconi sull'accordo con la Lega: "Non può che essere globale, locale e nazionale". Poi attacca il governo dei tecnici: "Dodici mesi di declino, ora serve la crescita"

Berlusconi: "Monti in politica? Una scorrettezza inaccettabile"

"Monti in politica? Una scorrettezza inaccettabile". Silvio Berlusconi torna a puntare il dito contro la "salita" in campo dell'ex premier. Una delusione - sottolinea il Cavaliere ai microfoni del Tg5 - che tuttavia non lo preoccupa: "da capo dei tecnici si è trasformato in vice capo di Casini. Un'anomala armata Brancaleone che farà da ruota di scorta alla sinistra". Un'idea che il leader del Pdl sostiene con i sondaggi alla mano: "Tutte le rilevazioni danno cifre esigue a questo centrino: meno del 10 per cento". Un colpo a Monti, ma anche una bordata a Casini e Fini liquidati come "leaderini che si sono nascosto dietro l'ombra del Professore". Ancora più duro l'affondo contro il leader dell'Udc "un mestierante della politica in Parlamento da 30 anni e che non ha mai lavorato in vita sua". L'impegno dell'ex premier in politica, per Berlusconi, è una scorrettezza doppia: "La scelta di un governo tecnico non votato dagli elettori è già stata una parentesi di sospensione ma che i tecnici si trasformino in politici credo che sia una scorrettezza doppia, comunque saranno gli italiani a giudicare".

Sospensione della democrazia, ma anche tasse e decrescita. Nel mirino di Berlusconi finiscono le misure "recessive" del governo tecnico contro cui mette in campo la sua ricetta di sviluppo: "Dopo il declino di questi dodici mesi occorre passare alla crescita. La paura, il pessimismo e la sfiducia sono i risultati ai quali si è arrivati purtroppo dopo un anno di governo dei tecnici ma non dobbiamo assolutamente rassegnarci noi vogliamo ridare fiducia agli italiani, far ripartire l’economia, creare nuovi posti di lavoro per i giovani, stiamo preparando delle misure che non peseranno sul bilancio dello Stato ma che ridaranno fiducia agli imprenditori che potranno tornare ad investire".

In caso di vittoria, in cima all'agenda del governo del Pdl, c'è l'abolizione dell'Imu: "Per noi la casa è sacra, abbiamo già predisposto un disegno di legge e lo approveremo nella prima riunione del Cdm. I comuni riceveranno la stessa somma da un fondo costituito al ministero del Tesoro".

Questa la cura del Cav per rilanciare l'economia del Paese. Prima, però, deve sciogliere i nodi elettorali: innanzitutto l'alleanza con la Lega di Roberto Maroni. Nonostante il tormentato vertice di ieri in via Rovani Berlusconi è ottimista: "L’accordo con la Lega è nei fatti ed è un vantaggio per entrambi". Un'intesa alla quale il Cav pone dei paletti: "Non può che essere complessivo, governo locale e nazionale devono avere la stessa logica: se non c’è accordo su un’alleanza con la Lega a livello nazionale non c’è nessun motivo per un accordo sulla candidatura di un leghista Lombardia".

Insomma, tutto dal Pirellone ma anche dalle altre due regioni verdi: Veneto e Piemonte. Un aut aut - precisa Berlusconi - "che non è una ritorsione ma una logica conseguenza politica".

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