Silvio Berlusconi è pronto a buttarsi di nuovo nella mischia. Dopo lo strappo del Pd nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso, il Cavaliere ha detto basta alla politica regressiva del governo Letta: "Non potevano sostenere un governo delle tasse che aumenta la pressione fiscale. Un governo delle tasse non serve al Paese". Mantenendo fede alle promesse sottoscritte con gli elettori in campagna elettorale, il leader di Forza Italia non ha voluto trattare con un premier che, negli ultimi giorni, si è rimangiato i punti del piano economico presentato quando è andato alle Camere a chiedere la fiducia. Così, quando Letta ha deciso di sospendere il provvedimento per scongiurare l'aumento dell'aliquota Iva, Berlusconi ha messo parola "fine" all'esecutivo chiedendo ai "suoi" ministri di fare un passo indietro. "L’unica via è andare convinti verso le elezioni il più presto possibile - ha detto - tutti i sondaggi ci dicono che vinceremo".
"Non sono stanco di combattere, sono in piena forma. Questa notte, dopo 59 notti ho dormito per 10 ore filate. Sono pronto a riprendere la battaglia". In collegamento telefonico con la kermesse di Forza Italia, organizzata dagli ex ministri Francesco Nitto Palma e Mara Carfagna, Berlusconi ha dato la carica ai sostenitori di Forza Italia accelerando la crisi politica che potrebbe portare alle elezioni anticipate. Dopo la rottura con il governo, non vede infatti altra soluzione di continuità. "I miei problemi personali non hanno avuto peso nelle mie decisioni politiche", ha continuato il leader di Forza Italia spiegando chiaramente che la decisione è stata dettata unicamente dallo strappo compiuto dal Pd sull'abolizione dell'aumento dell'aliquota Iva dal 21al 22%. "Tutto quello che ho deciso - ha inisistito Berlusconi - l’ho deciso e fatto per il bene del Paese". Il Cavaliere ha, quindi, ricordato che per mesi si è battuto in prima persona per inserire nel programma di governo "i provvedimenti che riducessero la pressione fiscale". "Ci siamo trovati di fronte ad una sinistra che non concepisce altro che mettere le mani nelle tasche degli italiani - ha continuato Berlusconi- questi signori della sinistra hanno sempre gli stessi brutti vizi". In un collegamento con Studio Aperto, poi, ha rinfacciato a Letta di aver preso "tutti i vizi della sinistra che ribalta la realtà a proprio vantaggio". La speranza delle larghe intese cade così nel vuoto, con la constatazione da parte del Cavaliere che "la sinistra è sempre quella delle tasse". Una sinistra che considera "l’avversario politico da incarcerare e non da battere nelle urne". E Letta, "pur provenendo da una tradizione cattolica e democratica", non è certo da meno.
Nel pomeriggio Berlusconi è tornato sull'argomento con un lungo post pubblicato su Facebook per garantire che, come è sempre stato, anche in questa occasione porterà avanti "il reale interesse dei cittadini". Proprio per questo motivo, se il governo proporrà una legge di stabilità realmente utile all'Italia o se bloccherà l'aumento dell'aliquota Iva senza incrementare altre tasse, il Pdl sarà pronto a sostenere l'esecutivo in parlamento. "Se, come si sono impegnati a fare, taglieranno anche la seconda rata Imu - ha insistito Berlusconi - noi voteremo favorevolmente". Insomma, su tutte le altre misure utili, come il rifinanziamento della cassa integrazione, delle missioni internazionali o il taglio del cuneo fiscale, Letta deve sapere che può contare sull'appoggio del Cavaliere. Che poi ha dichiarato:"Ho deciso di chiedere ai ministri Pdl di dare le proprie dimissioni. So bene che è una scelta dura e impopolare. Ho previsto tutte le accuse che mi stanno rovesciando addosso in queste ore e anche lo sconcerto di parte del nostro elettorato, preoccupato giustamente della situazione economica e sociale. A loro dico di non credere a coloro che da vent’anni hanno bloccato le nostre riforme per cercare di eliminarmi dalla scena politica".
Alla sinistra che nelle ultime ore ha accusato Forza Italia di irresponsabilità, Berlusconi ha voluto fare chiarezza sull'imbroglio della stabilità politica tanto sventolata dai tecnici del ministero dell'Economia. Berlusconi non crede, infatti, in alcun "governicchio formato da transfughi" né a governi composti da traditori. Eventualità dalle quali rifugge con tutte le sue forze.
"Quando ero imprenditore i governi duravano in media undici mesi e quando un governo cadeva noi imprenditori eravamo felici perché così, per un po', non c’erano danni - ha spiegato il leader azzurro ai microfoni di Studio Aperto - non mettiamola quindi così dura con questa cosa della continuità che è un imbroglio come quella dello spread".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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