Silvio Berlusconi traccia un profondo spartiacque: da una parte il centrodestra che crede fermamente che lo Stato debba essere al servizio dei cittadini, dall'altra parte la sinistra e i centristi che vogliono gli italiani asserviti ai bisogni di una macchina pubblica famelica che ha portato le imprese, l'industria e le famiglie in una pericolosissima crisi economica. "Dopo Monti siamo dentro una spirale recessiva segnata del crollo dei consumi e degli investimenti e dall'innalzamento delle tasse e della disoccupazione", ha spiegato il Cavaliere al Centro congressi di Milano elencando una ricetta concreta per "invertire la rotta" e firmare un nuovo contratto con gli italiani. Un piano "poderoso" che non solo punta a togliere l'Imu sulla prima casa e l'Irap ed evitare l'aumento dell'Iva, ma che è teso a restituire agli italiani l'imposta sull'abitazione versata lo scorso anno.
"È un dolore dirlo ma oggi il rapporto di fiducia del cittadino verso lo stato è in grave crisi, turbato da scandali recenti causati da qualche mestierante della politica, da un clima di intimidazione verso contribuente e dal sovvertimento della volontà elettori con governo tecnico". Proprio per contrastare questa fiducia, Berlusconi ha deciso di presentare un piano economico che ridia vita al sistema Italia partendo dall'immediata riduzione della pressione fiscale che, durante i tredici mesi di governo Monti, ha toccato il tasso recordi del 56%, azzoppando i consumi e spingendo le famiglie a mettere mano ai propri risparmi. Proprio per questo, non solo Berlusconi intende abolire l'Imu sulla prima casa, ma si propone di restituire agli italiani l'imposta versata nel 2012. "L’Imu è il tratto più dissennato del governo tecnico che ha dato il via alla crisi - ha spiegato l'ex presidente del Consiglio - la prima casa non si deve toccare, si è toccato il fattore psicologico che è il primo fattore di crisi". Proprio per questo Berlusconi, che ha ribadito l'intenzione di candidarsi al ministero dell'economia, ha annunciato che le famiglie italiane saranno rimborsate come risarcimento a un'imposizione sbagliata: "Sarà un atto di ricucitura, un atto simbolico ma concretissimo che apra una nuova pagina che riporti i cittadini ad avere fiducia nello Stato". Il rimborso avverrà sul conto corrente oppure, specie per i pensionati, in contanti attraverso gli sportelli delle poste. Per coprire l’operazione, Berlusconi intende chiudere un accordo con la Svizzera per tassare le attività finanziarie detenute da cittadini italiani nelle banche elvetiche. Una una tantum da 25-30 miliardi di euro destinata a stabilizzarsi in un gettito costante da circa 5 miliardi.
"Non ho nulla da chiedere per me", ha spiegato con franchezza il Cavaliere annunciando che si spenderà per combattere "un'ultima grande battaglia elettorale e politica per allargare gli spazi di libertà" e fare uscire l’Italia "dalla prospettiva cupa in cui l’hanno costretta i tassatori tecnici e i tassatori della sinistra". Proprio per questo, il piano del Cavaliere non sarà limita all'eliminazione dell'imposta sulla prima abitazione, ma passerà inevitabilmente anche attraverso l'abrogazione, nel giro di cinque anni, dell’Irap. Un'imposta che pesa sulle imprese e che lo stesso Berlusconi definisce "odiosa" perché "deve essere pagata dalle aziende anche se non chiudono i bilanci in utile". Al terzo punto del programma c'è l'intenzione concreta di evitare l'aumento dell’Iva e sogniurare la patrimoniale, misure che Monti aveva paventato più volte. "Come potete vedere il nostro è un programma completamente opposto a quello di Monti e della sinistra", ha chiosato Berlusconi ricordando che la ricetta liberale per il benessere sta nell'equazione "meno tasse su imprese, famiglie e lavoro uguale più consumi, più produzione, più posti di lavoro uguale più soldi a disposizione dello Stato per chi resta indietro".
Per quanto riguarda la struttura pubblica, il nuovo contratto con gli italiani pone tra le priorità di governo la riduzione, nel giro di cinque anni, dellele spese dello Stato di 80 miliardi di euro. L’ex presidente del Consiglio ha, infatti, insistito sulla necessità di riorganizzare la macchina dello Stato a partire da un netto taglio degli sprechi e dall'attuazione di norme per effettuare i pagamenti alle imprese private non oltre i sessanta giorni.
Nel dettaglio, il programma prevede una riduzione di 16 miliardi all'anno delle spese pubbliche (ovvero 80 miliardi in cinque anni, ossia il 10% della spesa annua) e una rimnodulazione dei costi affinché sia standard in tutte le Regioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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