Abbassate le palpebre e chiudete gli occhi. Immaginate un bambino di otto anni uscito in bicicletta tre anni fa in un piccolo paese, Cassano D'Adda in provincia di Lodi. Immaginate la sua gioia, il sangue che scorre felice nelle vene, il piccolo sorriso di un ritorno a casa. Sopraggiunge un'automobile. Lo investe. Il bimbo fa un volo di cinquanta metri. Il pirata della strada fugge, perché non ha il coraggio d'affrontare la sua vigliaccheria.
Immaginate la sensazione di un impatto atroce; il corpicino in coma in un letto del Niguarda. E poi vedetelo, sempre ad occhi chiusi, uscire da questa passione tetraplegico. Il bambino non può più andare in bicicletta, non può più parlare e sorridere, non può alimentarsi da solo. L'operaio quarantenne che l'ha investito è ubriaco, risulta positivo all'assunzione di cocaina, era già pregiudicato per guida in stato d'ebrezza. No, non pensate che ha meritato in direttissima 2 anni e 6 mesi, già espiati, e che due giorni fa nel tribunale di Lodi ha preso 3 anni e 6 mesi per lesioni gravissime e colpose. Facendo il conto non si arriva neppure ad otto anni, l'età in cui la vita della creatura è stata spezzata come lo stelo di un fiore al passaggio della tempesta. No, non pensate con la ragione. Immaginate il bambino che non respirerà mai più la magia della parola infanzia. Immaginate d'accarezzare la sua fronte misteriosa la notte quando dorme e forse sogna di correre in un prato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.