Boldrini: "Basta all'anarchia del web"

Il presidente della Camera chiede una legge per il web: "Basta con l'anarchia". Polemica su blog e social network. I pm di Roma indagano sulle minacce

Boldrini: "Basta all'anarchia del web"

"Basta all'anarchia del web. È tempo di fare una legge". Queste parole contro le "campagne d'odio" in atto sulla rete pronunciate da Laura Boldrini in un'intervista a Repubblica hanno scatenato polemiche da più parti. Nonostante su Twitter qualcuno, come Luca Sofri, fa notare che il presidente della Camera non abbia mai parlato di censura, su blog e social network in tanti gridano al bavaglio.

L'erede di Fini a Montecitorio, in realtà, si riferisce a un fenomeno particolare: la "cultura sotteranea" - diventata "un'ermergenza" - che ancora vede di mal occhio una donna nei posti di potere. Insomma, per la Boldrini alla base di tutto c'è il femminismo e il tanto caro, a lei, tema del femminicidio. "In Italia le donne continuano a morire per mano degli uomini e per molti è sempre e solo una fatalità, un incidente, un raptus. Se questo accade, è anche perchè chi poteva farlo non ha mai sollevato il tema a livello più alto, quello istituzionale", spiega.

Una "cultura sotterranea", come la chiama lei stessa, che non è certo nata negli ultimi anni e che non si limita certo alle donne. Ma di cui il presidente della Camera si accorge solo ora, quando - da terza carica dello Stato - è diventata ogetto di quotidiane minacce da parte di fanatici. "Non sono pochi, sono migliaia e migliaia, crescono ogni giorno e costituiscono una porzione del Paese che non possiamo ignorare: c’è e dobbiamo combatterla". Per questo, per il presidente della Camera bisogna affrontare la questione "a partire da internet dove si sta diffondendo una cultura della minaccia tollerata come burla".

Una questione spinosa quella della regolamentazione della rete - un mezzo di comunicazione con caratteristiche diverse dagli altri media - affrontata diverse volte negli ultimi anni e mai definitivamente risolta. "So bene che la questione del controllo del web è delicatissima. Non per questo non dobbiamo porcela", sostiene la Boldrini, "Mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta o attraverso una scritta sul muro, sia considerata in modo diverso dalla stessa minaccia via web".

Parole che, come le altre volte in cui sono state pronunciate, generano un'immediata levata di scudi. Questa mattina il termine "Boldrini" è entrato subito nei Trending topics (la classifica delle parole più usate su Twitter). C'è chi parla di bavaglio, chi di dichiarazione pericolosa, chi di minaccia alla libertà di espressione. E questo nonostante la presidente della Camera abbia fatto riferimento al web come "vita reale" che "produce effetti reali", di "luogo reale, dove persone reali spendono parole reali, esattamente come altrove".

Si torna alla fin quasi abusata metafora della rete come una piazza. Ma qualcuno fa notare che forse a questo luogo reale basta applicare le leggi reali che già esistono contro diffamazione, minacce e violenza. Magari anche rafforzando la polizia postale. La stessa che ha "sguinzagliato" alla ricerca delle finte foto osè.

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